Allarme della Cgil Fvg dopo infortunio mortale di ieri.
L’infortunio mortale, l’ennesimo, accaduto ieri a San Vito al Tagliamento, costato la vita a un giovane operaio di 38 anni, riporta drammaticamente l’attenzione sul tema degli infortuni sul lavoro che, purtroppo, crescono in Friuli Venezia Giulia.
I dati raccolti.
Lo certificano i dati raccolti dalla Cgil del Fvg e aggiornati ad aprile sull’andamento degli infortuni sul lavoro in regione. Se nel 2020 si sono registrate 5 denunce di infortuni mortali, nei soli primi quattro mesi del 2021 il numero è salito a 6, di cui 4 nell’industria e servizi e 2 nel settore agricolo. Al capoluogo friulano il triste primato con 3 casi e, a seguire, 1 per ognuna delle altre tre ex province.
I numeri si fanno ancor più impressionanti se lo sguardo si volge al totale delle denunce di infortunio e non solo a quelle con esiti mortali. Se nel 2020 sono state in Fvg complessivamente 4.486, dall’inizio 2021 al 30 aprile sono salite a 5.130 (+644). Anche qui Udine registra il numero più alto, 2.145 contro i 1.836 del 2021, seguono l’ex provincia di Pordenone (1.202 contro 987 del 2020), quella di Trieste (1.092 in calo rispetto ai 1.194 del 2020) e di Gorizia (691 rispetto ai 469 del 2020).
L’allarme della Cgil Fvg.
“Se non vogliamo continuare a piangere dei morti, l’unica strada è quella di investire sulla formazione, sull’intensificazione dei controlli da parte dei servizi ispettivi delle aziende sanitarie, sulla cultura delle prevenzione, sugli interventi previsti dai protocolli sulla sicurezza firmati anche in regione, che prevedono un incremento dei rappresentanti territoriali per la sicurezza dei lavoratori, per allargare a tutte le aziende la rete della prevenzione e il rispetto delle misure antinfortunistiche”.
È quanto dichiara Susanna Pellegrini, responsabile delle politiche del lavoro della Cgil Fvg, esprimendo il cordoglio di tutta la segreteria regionale per il tragico infortunio che è costato la vita ieri al 38enne operaio Marco Celant, morto a San Vito al Tagliamento. “Come avevamo denunciato la scorsa settimana assieme a Cisl e Uil – aggiunge – esiste la concreta percezione che questa fase di possibile ripresa economica, caratterizzata da un peggioramento generale delle condizioni di lavoro, sia accompagnata da una recrudescenza degli infortuni. Lo stiamo riscontrando a livello nazionale, l’episodio di San Vito, unito all’aumento delle denunce d’infortunio registrato in regione in questo inizio del 2021, è purtroppo la conferma che il Friuli Venezia Giulia non ne è indenne”.