La richiesta di suicidio assistito in Fvg.
Anna, nome di fantasia scelto per tutelare la sua privacy, vive in Fvg, a Trieste e ha 55 anni: da 13 soffre di sclerosi multipla, ha deciso che non vuole più vivere così e ha fatto richiesta per il suicidio assistito chiedendo ad Asugi di avviare l’iter.
Alla fine, la donna si è rivolta al Tar affinché ordinasse all’Azienda Sanitaria di verificare la sua condizione e di stabilire le modalità di esecuzione del fine vita e di prescrivere e fornire il farmaco che dovrà somministrarsi. Ora, il tribunale amministrativo si è pronunciato e ha intimato ad Asugi, di accertare se Anna sia mantenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale; sia affetta da patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psichiche ritenute dalla stessa intollerabili; e se sia pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli.
Secondo l’Azienda sanitaria “il Tribunale ha ritenuto che non sussistessero i presupposti per accogliere le ulteriori richieste della signora perché, non essendo scontato l’esito dell’accertamento che dovrà essere compiuto “non sussistono i requisiti di attualità” per imporre ad Asugi gli ulteriori adempimenti richiesti”.
Dal canto suo, l’associazione Luca Coscioni sottolinea che il Tribunale “ha accertato il diritto costituzionalmente garantito alla donna a ottenere entro 30 giorni il completamento delle verifiche per accedere alle procedure della sentenza Cappato”.
In Italia, infatti, il tema del suicidio assistito è regolamentato solo da una sentenza della Corte Costituzionale del 2019 e non da una legge nazionale. In Fvg, sono state raccolte circa 5mila firme per il fine vita e a fine novembre il consiglio regionale discuterà la mozione sul tema, simile a quella approvata in Veneto, che vede come primo firmatario il consigliere del Patto per l’Autonomia, Enrico Bullian.