La consigliera forzista Piccin si appella alla Regione Fvg e allo Stato.
Ampliare i periodi nei quali è consentita la caccia e consentire, per questo motivo, lo spostamento tra comuni anche durante le restrizioni previste dalla zona arancione. Dopo l’invasione di cinghiali che hanno letteralmente occupato qualche giorno fa un tratto dell’autostrada A4 tra Villesse e Palmanova, la consigliera regionale di Forza Italia Mara Piccin torna sull’argomento richiamando l’attenzione sul problema sia della giunta regionale, sia dello Stato.
“Il tempo è scaduto – afferma –. Regione Fvg e Stato, per quanto di rispettiva competenza, devono affrontare subito il problema della proliferazione dei cinghiali, che causano danni all’agricoltura e pericoli lungo le strade, come avvenuto lungo l’autostrada A4, rimasta chiusa per due ore”.
Per Piccin, “un buon punto di partenza sarebbe quello di riprendere subito il progetto di legge nazionale che, presentato dalla sottoscritta – spiega – e approvato dal Consiglio regionale a larga maggioranza, giace abbandonato nei cassetti romani. Mi appello perciò ai parlamentari regionali, affinché se ne facciano carico. È evidente – sottolinea ancora la rappresentante di Forza Italia – come il Governo giallorosso, nello specifico grazie alla componente pentastellata, si sia disinteressato del problema. Anche in Regione si assiste ai consueti attacchi da parte del M5s all’attività venatoria, unica soluzione efficace per controllare la proliferazione di questi animali”.
Due le soluzioni proposte da Piccin, per il breve e il lungo periodo. “Invece di ostacolare il controllo dei cinghiali – prosegue –, occorre agevolarlo. Nell’immediato, ampliando i periodi nei quali è permesso il prelievo venatorio, come consente di fare la norma approvata il mese scorso dal Cr nella collegata alla legge di Stabilità, e permettendo gli spostamenti dal Comune di residenza alla riserva di caccia di appartenenza anche in zona arancione. Più lungo termine, invece, discutendo il progetto di legge nazionale di cui sono stata prima firmataria, come dovrebbe fare il Parlamento, per rivedere la normativa – conclude Piccin – e fare in modo che l’attuazione dei piani di abbattimento possa essere effettuata anche da cacciatori soci delle riserve di caccia, coordinati dalle guardie venatorie dipendenti dalle amministrazioni pubbliche e con tutte le regole del caso”.