In Fvg arriveranno altre 80.000 dosi di vaccino.
In Fvg sono in arrivo altre 80.000 dosi di vaccino anti Covid durante il mese di febbraio. Lo ha comunicato oggi il governatore Massimiliano Fedriga, “che se venissero confermate – ha precisato – consentirebbero un aumento del potenzialità vaccinale e ci consentirebbe di aumentare le dosi settimanali”.
In regione, da qui al 28 febbraio, arriveranno altre 40.950 dosi di vaccino Pfizer, 14.200 di Moderna – con una forte accelerazione tra il 21 e 28, con oltre 11.000 dosi – e 25.100 di Astrazeneca, con incremento nell’ultima settimana del mese pari a 14.400. “Il totale di dosi – ha rimarcato Fedriga – di Pfizer e Moderna, per gli over 80 e le categorie più fragili, ammonta a 55.150 dosi, mentre il valore complessivo è di 80.450”. Il tutto, ragionando con la percentuale di salvaguardia, ovvero per le seconde inoculazioni “ma questo – ha detto ancora il presidente del Fvg – prevedendo anche l’accelerazione della campagna vaccinale, proteggendo le persone più in là con l’età anche per diminuire la pressione ospedaliera”.
Il vicegovernatore Fvg con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, ha invece fatto il punto sulla somministrazione del vaccino a ospiti e operatori delle case di riposo regionali, già entrata nel vivo: “Al momento – ha spiegato – sono disponibili 21.000 dosi, su un fabbisogno di 23.500 tra prime e seconde dosi. Non ci saranno problemi. Tutto ciò premia il lavoro fatto con prudenza, senza fare la corsa a chi fa più vaccinazioni”. Le inoculazioni delle prime dosi si completeranno il 27 febbraio, le seconde per le categorie individuate in prima fase il 19 marzo, ha riferito sempre il delegato alla Salute.
Da Fedriga, infine, è arrivata anche una riflessione sulle prossime tappe della lotta al coronavirus. “Il piano vaccinale – ha concluso – ha molte meno dosi del previsto e speriamo che il problema possa essere superato sia con gli antidoti già approvati, ma anche con l’approvazione da parte dell’Ema di nuovi vaccini. Mi riferisco a quello Johnson&Johnson, che prevede una sola inoculazione, ma anche a quello italiano, che oltre a essere monodose ha anche una conservazione più semplice rispetto agli altri. La produzione interna, oltretutto, vorrebbe dire anche non dipendere soltanto dalle multinazionali”.