I riflessi del rincaro dell’energia per i distributori di benzina Fvg.
Gli effetti devastanti dei rincari dell’energia non si riflettono soltanto su famiglie e fabbriche. C’è un altro settore che sta pagando dazio, eccome, a questi aumenti: è quello dei distributori di carburante.
Luci spente in orario notturno.
In Friuli Venezia Giulia sono oltre 400 le stazioni di servizio. Molte di loro stanno pensando di interrompere l’erogazione del servizio self service in orario notturno: “È vero – ammette Bruno Bearzi, tolmezzino, presidente nazionale Figisc Confcommercio, l’associazione di categoria -. Questa è una valutazione che stanno facendo soprattutto quelli che utilizzano ancora le vecchie lampade alogene: il costo della corrente supera l’introito dei, magari pochi, rifornimenti di notte”. E così, molti pensano proprio di stoppare il servizio, dall’orario di chiusura (alle 19, indicativamente) e fino alla mattina successiva. Un danno e un pericolo soprattutto per gli automobilisti dei paesi più “sperduti”, e che magari si trovino in situazione di emergenza.
Famiglie e posti di lavoro a rischio.
“Siamo in mezzo a una tempesta perfetta – rincara la dose Bearzi -. Da una parte ci sono i prezzi dei carburanti ai massimi livelli da anni, con conseguenti oneri maggiori per approvvigionarsi e rischio di esposizione con le banche. Poi, ci sono appunto i costi energetici: prima incidevano al 25%, ora siamo al 60% se va bene. E infine, la contrattualistica di categoria, che non consente di ribaltare i costi sul prezzo finale del carburante. Molti rischiano di chiudere“. Chi, oltre alla vendita di benzina, gasolio e lubrificanti, abbina un servizio di officina può resistere. Chi è meno strutturato rischia di soccombere “e non solo – aggiunge il presidente Figisc -. Molti pensano già di tagliare il personale, con ricadute anche sotto il profilo sociale. La preoccupazione è tanta”.
L’appello alla politica.
La sua associazione di categoria ha già scritto al premier Mario Draghi, oltre ai ministri più direttamente coinvolti – Roberto Cingolani e Giancarlo Giorgetti – per chiedere ristori alla categoria. Sul piatto “ballano” 7 miliardi, ma il timore è che gli aiuti possano andare in via privilegiata alle imprese maggiormente energivore, lasciando le briciole alle altre. “Ma ci siamo rivolti anche alle compagnie petrolifere, magari per trattare sui canoni di locazione. E speriamo – conclude Bearzi – che la situazione tra Ucraina e Russia non prenda una piega sbagliata. Altrimenti, la catastrofe è annunciata“.