All’agricoltura del Fvg servono lavoratori immigrati e l’associazione di categoria plaude al nuovo Decreto Flussi 2023, che prevede l’ingresso in Italia di 82.705 lavoratori stranieri provenienti da Paesi extra Ue, contro i 69.700 del Decreto precedente.
Un provvedimento molto atteso dal mondo agricolo che l’anno scorso ha avuto non poche difficoltà a reperire la manodopera necessaria per eseguire i lavori stagionali e di prima trasformazione e confezionamento.
“Esprimiamo la nostra soddisfazione per l’emanazione del Decreto, particolarmente importante per il settore agricolo in cui continua a registrarsi una forte difficoltà a reperire manodopera disponibile e adeguatamente qualificata e dove la componente dei lavoratori stranieri ha assunto ormai una dimensione strutturale che presenta un’incidenza superiore a tutti gli altri settori produttivi – dice Philip Thurn Valsassina, presidente di Confagricoltura Fvg -. I dati demografici e occupazionali ci indicano che, nella nostra regione, per mantenere costante il numero dei lavoratori attivi, il saldo migratorio dovrà essere positivo per 15-20 mila unità ogni anno per non lasciare scoperte intere filiere produttive (costruzioni, turismo), oltre a quella dell’agroalimentare”.
Al lavoro stagionale sono state destinate 44.000 quote, la metà delle quali riservate alle Associazioni datoriali agricole. Si tratta di un numero in crescita rispetto all’anno precedente (14.000) che conferma la fiducia nel ruolo che le Associazioni agricole comparativamente più rappresentative possono svolgere in questa delicata materia. Il Decreto prevede che le Associazioni si assumano l’impegno a sovraintendere alla conclusione del procedimento di assunzione dei lavoratori fino all’effettiva sottoscrizione dei rispettivi contratti di lavoro, compresi gli adempimenti di comunicazione previsti dalla normativa vigente.
“Serve, adesso, uno sforzo da parte delle amministrazioni competenti – conclude il presidente di Confagricoltura Fvg – affinché l’iter burocratico per l’ingresso dei cittadini stranieri sia il più celere possibile e consenta alle imprese agricole di poter contare su questi lavoratori già nelle prime campagne di raccolta primaverili”.