Aggressioni in ospedale, al via la sperimentazione con bodycam sui camici

Contro le aggressioni in ospedale, la nuova sperimentazione con le telecamere.

Le aggressioni in ospedale sono un fenomento sempre più diffuso che i sindacati denunciano da tempo come emergenza: nel 2024, sono stati registrati 629 episodi di aggressione nelle strutture ospedaliere del Friuli Venezia Giulia, con infermieri (365 casi) e operatori sociosanitari (113 casi) tra i più colpitinella nostra regione. Praticamente, una quache forma di violenza (verbale o fisica) ogni due giorni.

Per far fronte a questa crescente preoccupazione, le autorità regionali e le aziende sanitarie stanno adottando misure di sicurezza più severe, potenziando la sorveglianza nei Pronto Soccorso e aumentando i sistemi di videosorveglianza nei reparti.

La nuova sperimentazione.

Un passo ulteriore in questa direzione sarà la sperimentazione delle bodycam che partirà da Pordenone: telecamere indossabili dal personale sanitario per documentare e contrastare gli episodi di violenza. L’iniziativa segue l’esempio di altre regioni, come il Veneto, dove l’uso delle bodycam è già stato introdotto in alcune strutture sanitarie.

L’Azienda sanitaria Friuli Occidentale (Asfo) sarà la prima a sperimentare l’uso delle bodycam, affidando i dispositivi a chi lavora in ambienti a rischio. Queste telecamere, attivabili in situazioni di pericolo, serviranno a registrare e documentare gli episodi di violenza. Se la prova avrà successo, il progetto potrebbe essere esteso anche ad altre strutture sanitarie regionali.

Un’ulteriore dispostivo cui stanno pensando gli ordini professionali è il braccialetto anti aggressione per il personale a rischio, in grado di comunicare informazioni su chi lo indossa, come la geolocalizzazione, e di attivare un allarme se necessario.