L’incontro con la Famee Furlane di New York.
“L’incontro con la Famee Furlane di New York ci ha dimostrato quanto sia vivo il rapporto con i nostri corregionali, primi ambasciatori della regione a livello internazionale, testimoni che ereditano e tramandano la nostra lingua e la nostra cultura: è fondamentale mettere questo capitale umano di conoscenza e competenze a disposizione delle giovani generazioni“.
Così il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga a margine della cena nella sede della Famee furlane di New York, alla quale ha partecipato assieme all’assessore regionale ai Corregionali Pierpaolo Roberti e a tutte le associazioni di corregionali presenti nella Grande Mela.
Il primo nucleo della Famee, il Club, fu fondato nel 1929 da un gruppo di immigrati friulani che vivevano nell’East Side di Manhattan. L’area che va dalla 37a alla 23a strada, tra la 1a e la 3a Avenue, era conosciuta all’epoca come “Piccolo Friuli” e le prime riunioni si tenevano al Marchi’s Restaurant sulla 31a strada. Il Civic Club sulla 34a Strada, oggi noto come Estonian House, servì come prima sede ufficiale del club dalla metà degli anni Trenta all’inizio degli anni Quaranta.
Tra il 1948 e il 1953, la sede della Famee Furlane si trovava all’angolo tra la 28a Strada e la Seconda Avenue. L’immobile, di proprietà del Club, fu però rivendicato dalla città di New York in seguito al rinnovamento urbanistico dell’intera area. Di conseguenza, negli anni Cinquanta, i friulani furono costretti a trasferirsi nel Queens, a Long Island, a Westchester e nei lontani sobborghi. I membri della Famee Furlane, che prima vivevano in una comunità compatta, si dispersero.
Per più di vent’anni, il Club ha mantenuto una sede a Jackson Heights e ha continuato a sponsorizzare eventi annuali e semestrali. Fu con il sisma del 1976 in Friuli che a New York si risvegliò la forte volontà di creare un vero e proprio “fogolâr”, un luogo di incontro permanente e fu così che nel 1980 fu inaugurata la clubhouse di College Point, che ancora oggi funge da sede della Famee.
La giornata di missione del governatore è iniziata al mattino con l’incontro con il Rappresentante permanente d’Italia all’Onu, ambasciatore Maurizio Massari in cui è stato approfondito il quadro geopolitico e lo stato delle relazioni diplomatiche.
Nel corso dei colloqui con Massari il governatore ha trattato anche lo stato di avanzamento del progetto “Art for 17 global goals”, che adesso dopo due anni di pausa causa pandemia, ripartirà con l’obiettivo di fare della Regione Friuli Venezia Giulia un laboratorio esemplare in Italia e nel mondo, attraverso un grande evento artistico che permetta di accrescere la sensibilizzazione sociale e l’elaborazione dello sviluppo intorno ai temi della sostenibilità secondo l’agenda dettata dai 17 Sustainable Development Goals Onu.
Il progetto consiste nella creazione di un percorso di turismo culturale e di sensibilizzazione sociale e didattica intorno a 17 grandi opere di alcuni tra i maggiori artisti internazionali e italiani contemporanei, ciascuna dedicata a uno degli obiettivi prioritari identificati dalle Nazioni Unite. Le opere saranno posizionate in luoghi-simbolo della regione Friuli Venezia Giulia e costituiranno, nel loro insieme, un itinerario turistico facilmente individuabile e pubblicizzabile a livello internazionale.