La Procura di Trieste riavvia l’inchiesta su Unabomber
Il 2006 fu l’anno dell’ultimo attentato attribuito a Unabomber: da allora sono passati 16 anni, ma il criminale ancora non ha un volto, né un nome. Adesso, però, qualcosa può cambiare: l’inchiesta sarà riaperta.
Ad annunciarlo è stato il procuratore capo di Trieste, Antonio De Nicolo, che ha accolto un’istanza presentata dal giornalista Marco Maisano, che ha lavorato per mesi assieme a Ettore Mengozzi e Francesco Bozzi ad un podcast sul tema, e da due donne vittime di Unabomber, Francesca Girardi e Greta Momesso.
Maisano, infatti, nelle sue ricerche ha trovato un capello all’interno di una confezione di uova che non è esplosa e che era stato acquistato in un supermercato di Portogruaro nel 2000. Oltre a questo, altri due reperti organici, capelli e peli, sono stati recuperati da un ordigno inesploso trovato in un vigneto, a San Stino di Livenza.
L’idea, quindi, è che i progressi fatti dalla scienza forense in questi anni possano sfruttare i nuovi ritrovamenti per fare passi avanti nell’individuazione del responsabile di oltre 30 attentati tra il 1994 e il 2006, che seminarono il terrore tra il Friuli e il Nordest colpendo nelle sagre di paese, sulle spiagge dell’adriatico (a Lignano), nei supermercati (Pordenone), nei cimiteri, nelle chiese (Azzano Decimo).