Omicidio di Fontanafredda, padre e figlio restano in carcere: la loro versione

La vittima Vladimir TopjanaLa vittima Vladimir Topjana

La verdione dei due durante gli interrogatori di convalida.

Restano in carcere Pren e Rogert Shota, padre e figlio coinvolti nell’omicidio di Vladimir Topjana, il 43enne ucciso con due colpi di pistola nel Bar Sporting Milan Club di Fontanafredda. La decisione è arrivata ieri al termine delle udienze di convalida svoltesi rispettivamente nei tribunali di Treviso e Pordenone.

Rogert Shota, 34 anni, residente a Sacile, si è costituito poche ore dopo il delitto. È stato arrestato a mezzanotte a Orsago e condotto in carcere con l’accusa di concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione e dall’uso di un’arma da fuoco. Durante l’udienza davanti al giudice per le indagini preliminari ha rilasciato dichiarazioni spontanee, senza però entrare nel merito del movente. Il legale ha avanzato la richiesta di arresti domiciliari, respinta dal giudice che ha confermato la misura cautelare in carcere.

Il padre, Pren Shota di 66 anni, è comparso davanti al Gip ha rilasciato dichiarazioni spontanee. Dalle ricostruzioni emergono nuovi dettagli che delineano il contesto del delitto. La lite avrebbe avuto origine da un vecchio contenzioso tra famiglie, legato a una disputa per un terreno in Albania. Il confronto tra le parti è iniziato nel bar di viale Repubblica a Sacile. Pren ha dichiarato agli inquirenti di non essere presente durante la prima discussione. Al momento della chiamata del figlio, si stava preparando a uscire per guardare la partita tra Roma e Juventus.

Secondo la versione fornita agli investigatori, i due si sarebbero poi diretti a Fontanafredda alla ricerca della vittima, che nel frattempo si era spostata nei pressi del Bar Sporting per incontrare un parente. È qui che l’incontro è degenerato in violenza. Pren sostiene ha dichiarato che non sapeva che il figlio fosse armato. La vittima, nel corso della colluttazione, avrebbe staccato a morsi una parte dell’orecchio del padre. A quel punto Rogert avrebbe estratto la pistola e sparato due colpi, uno dei quali ha colpito mortalmente Topjana alla testa.

Le indagini, coordinate dalle procure di Treviso e Pordenone, proseguono per ricostruire nel dettaglio la dinamica dell’omicidio e chiarire il ruolo di entrambi gli indagati. Al momento, le autorità hanno confermato la custodia cautelare in carcere per entrambi.