Continua il viaggio degli studenti dell’Istituto di Fagagna.
Continua il viaggio dei ragazzi dell’Istituto Nobile di Fagagna che si trovano in Florida per rincorrere il sogno di diventare piloti. Un grande passo è stato fatto qualche giorno fa, quando hanno provato l’esperienza del primo volo in solitaria. Un’emozione unica che difficilmente i ragazzi scorderanno ma anche un orgoglio per gli istruttori della scuola friulana sapendo che una nuova generazione del Nobile si prepara a spiccare il volo.
L’attesa, le sensazioni, e le emozioni nella voce di tre dei 7 protagonisti di questo viaggio: Simon Dandrea e Luca Garlato e Enus Kazi.
La preparazione.
come ti sei preparato per questo evento?
“Per affrontare il primo volo in solitaria possiamo dire che tutta la preparazione di cui avevo bisogno mi è stata data in tutti quei giorni antecedenti, volo dopo volo imparando sempre qualcosa di nuovo“, racconta Simon.
“Ero molto calmo, solo l’ora precedente mi sono ripassato un attimo in testa le comunicazioni da fare – spiega invece Enus – . Poi quando l’ho fatto io era quasi sera quindi non c’era traffico e non ho avuto ulteriori preoccupazioni riguardo a chi mi era vicino”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Luca: “La preparazione per il primo volo da solo non è stata difficile come si può pensare. Alla fine tra le ore fatte con la scuola e quelle in Italia decolli, atterraggi e circuiti di traffico vengono naturali”.
come avviene il first solo.
“Innanzitutto per verificare la conoscenza di tutte le informazioni utili a effettuare il volo in sicurezza gli istruttori ci sottopongono ad un test scritto, passato questo le cose iniziano a farsi serie, spiega Simon.
“Il first solo avviene solo dopo che si passa una sorta di “test” con il chief pilot nel mio caso e si fanno 3 circuiti di cui due atterraggi e un go around – , aggiunge Enus – . L’istruttore è a bordo con noi in caso di problemi ma il controllo dell’aereo è nelle mani dello studente”.
“Terminato l’esame pre solo – conclude Luca – se si è pronti a fare il grande passo l’istruttore dà il nullaosta“
Che sensazioni hai provato quando il tuo istruttore è sceso dall’aereo e ti sei trovato da solo?
“Quando l’istruttore è sceso e mi ha lasciato da solo ai comandi dell’aereo all’inizio non ci ho dato molto peso dato il fatto che in quel momento ero molto concentrato sul volo e sull’aereo – racconta Simon – . Credo invece di essermene reso veramente conto quando mi trovavo nel bel mezzo del circuito, pensando che finalmente tutta la responsabilità di pilotare quell’aereo era mia e non c’era nessuno che se nel caso facessi una cavolata sarebbe stato capace di fermarmi“.
“Quando l’istruttore è sceso non ero affatto preoccupato era come un volo normale, ero molto concentrato su quello che dovevo fare“, spiega Enus.
Per Luca “la sensazione predominante durante il volo da solista, che sia il primo o uno dei tanti altri, è la libertà, ma un po’ di paura c’è sempre. Dopotutto sei in aria da solo e tutto dipende da te, non c’è nessuno al tuo fianco per correggere gli errori, quindi sai di non dover sbagliare”.
Il primo decollo completamente da solo…cosa ti passava per la testa quando hai staccato le ruote da terra?
Devo dire che durante il primo decollo da solo ero completamente concentrato sull’aereo e su cosa dovessi fare – spiega Simon dal secondo circuito in poi invece ho iniziato a pensare anche al fatto che finalmente ero più vicino al mio sogno, diventare un pilota”.
“Quando sono decollato da terra – continua Enus – ero tranquillo e mi preoccupavo di mantenere la velocità giusta e delle comunicazioni”.
“Appena dopo aver staccato le ruote da terra mi sono reso conto che stavo facendo una cosa che tante persone non immagino neanche di poter fare – dice invece Luca – . Sapevo di essere in grado di fare tutto quanto, ma non pensavo di riuscire a fare tutto correttamente. Le cose da fare anche per un semplice circuito attorno all’aeroporto sono tante ed è molto rischioso dimenticarsele. Se sei troppo alto rischi di scontrarti con gli aerei sopra di te, se sei troppo basso sulle case, e ancora se non accendi il riscaldamento del carburatore in fase di discesa c’è il rischio che si ghiacci e non vada al motore. Le cose da fare sono tante ma non è impossibile gestirle quando si conosce cosa ci sta facendo”.
E il primo atterraggio?
“Qui devo ammettere che avevo un po’ di paura di fare un brutto atterraggio – continua Simon – ma poi invece si è rivelato uno dei migliori che io abbia fatto fino ad ora”.
“Il primo atterraggio è stato diverso – spiega Enus – . A un certo punto senti che sei da solo e che nessuno può fare niente se sbagli, quindi c’era più tensione però è andato tutto apposto ed è stato un atterraggio come tutti gli altri”
E’ stato come te lo sognavi?? Meglio?
“Devo dire che è stato molto meglio di quanto me lo aspettassi – spiega Simon – A dirla tutta infatti il giorno che ho fatto il mio primo solo le condizioni meteo non erano neanche così belle, un po’ di nuvole e raffiche di vento qua e la, ma alla fine vedendo il bel atterraggio che ho fatto e sentendomi dire dall’istruttore che sono andato bene mi fa ancora più piacere“.
Io personalmente pensavo di provare molta più paura da solo – racconta invece Enus – ma grazie al training con l’istruttore mi sentivo sicuro di quello che facevo”.
“Quando sono tornato a terra – ricorda Luca – ero molto contento perché avevo capito che l’unico problema che avevo non era il non saper fare le cose ma la paura di non saperle fare“.
La tradizione dell’innaffiata davanti alla scuola…come funziona e com’è stata?
“Si c’è questa tradizione della doccia, così la chiamiamo noi – dice Simon – . Finito il volo l’istruttore ti spara addosso un getto d’acqua, per festeggiare il fatto di aver fatto il primo volo completamente da solo”
“La tradizione dell’innaffiata invece io sfortunatamente non l’ho fatta perché era abbastanza tardi e quindi ho evitato però penso sia molto rilassante”, racconta Enus
“A fine giornata dopo aver fatto un altro volo da solo abbiamo concluso con il battesimo, una tradizione. Quel giorno non ero da solo, c’era anche Simon, quindi siamo stati bagnati prima uno e poi l’altro dalla testa ai piedi. È stato divertente ma soprattutto rinfrescante, e con il caldo che c’è in Florida eravamo già asciutti prima di arrivare a casa” , conclude Luca.