Realtà, immaginazione, paura e risate nello spettacolo di Zeller
Ettore Bassi e Simona Cavallari in Mi amavi ancora…
Ettore Bassi e Simona Cavallari sono i protagonisti di Mi amavi ancora… pièce di Florian Zeller prodotta dai goriziani Artisti Associati che sarà ospite del Circuito ERT per tre serate la prossima settimana. Il primo appuntamento è per mercoledì 19 febbraio al Teatro Odeon di Latisana, seguiranno le date di giovedì 20 febbraio al Teatro Miotto di Spilimbergo e venerdì 21 febbraio all’Auditorium Biagio Marin di Grado. Sempre alle 20.45 sui palchi regionali saliranno, diretti da Stefano Artissunch, anche Giancarlo Ratti e Malvina Ruggiano, coprotagonisti dello spettacolo.
Florian Zeller, parigino classe 1979, è uno degli autori più prolifici degli ultimi anni. Nei teatri regionali abbiamo visto nei cartelloni 2018/2019 i suoi A testa in giù, con Emilio Solfrizzi e Paola Minaccioni, e Il padre, con Alessandro Haber e Lucrezia Lante della Rovere.
All’inizio di questo “Mi amavi ancora…” si apprende della morte in un incidente stradale dello scrittore e drammaturgo Pierre. Nel tentativo di mettere ordine ai documenti, la vedova Anne scopre gli appunti presi per la stesura di una futura commedia, che avrebbe trattato di un uomo sposato, scrittore, appassionato ed innamorato di una giovane attrice. Fiction o autobiografia? Il dubbio si agita ed inizia un’indagine febbrile. Anne si persuade che il testo narri l’infedeltà di Pierre e va alla ricerca della donna, sua antagonista, senza riuscire a rivelare la verità o l’illusione della stessa: è il dolore che la fuorvia? Oppure finalmente ha aperto gli occhi? Per rispondere a questa domanda, si appella ai suoi ricordi ed anche a Daniel, migliore amico di Pierre, un personaggio brillante e forse segretamente innamorato di lei. Anne persevera nella sua ricerca e decide di contattare l’attrice Laura che è menzionata nelle note della commedia del marito. Sospetta che sia lei l’amante. Scruta il passato, domanda a chi la circonda, cammina in un pericoloso labirinto.
Attraverso flashback in situazioni inaspettate, lo spettatore si immedesima in questi personaggi in una ricerca fatta di dubbi e apprensioni, in cui si mescolano realtà, immaginazione, paura, risate e fantasia.
Quanto deve essere cercata la verità? Questo si domanda Zeller mentre pone il pubblico di fronte a poche certezze e a molti dubbi. L’autore scrive nelle sue note: “Possiamo davvero conoscere l’altro, o la sua faccia rimane ancora, pur essendo familiare, una maschera?”.