Umorismo, racconti e tanta musica: Moni Ovadia al Giovanni da Udine
In scena lo spettacolo Dio ride
Dopo aver toccato tante destinazioni e aver riscosso un successo straordinario, Moni Ovadia e i suoi compagni di avventura saranno al Teatro Nuovo Giovanni da Udine venerdì 15 novembre alle 20.45 con Dio ride. Nish koshe, un nuovo spettacolo ispirato alla tradizione del cabaret yiddish fatto di canzoni, musiche, piccole letture e tanto umorismo, dove l’ebraicità è raccontata in modo originalissimo attraverso il paradosso e soprattutto il sorriso.
Dopo lo storico spettacolo Oylem Goylem, con Dio ride. Nish koshe (il sottotitolo significa in yiddish “così così”), Moni Ovadia intraprende un nuovo viaggio umoristico-paradossale nei grandi temi della spiritualità ebraica che ci permette di guardare in modo nuovo la realtà, le sue contraddizioni e anche di arginare le sue derive: perché, come ha detto lo stesso Ovadia, “L’umorismo è uno strumento poderoso per spiazzare il potere, le regole rigide, l’ossificazione del pensiero”. Dio ride. Nish Koshe è uno spettacolo lirico e civile, dove l’umorismo e la saggia leggerezza si rivelano essere le uniche possibili risposte dell’intelligenza alle avversità e al male del mondo. Conflitti, intolleranza, nuovi muri come quello che divide Israele da Gaza allontanano gli uomini oggi più che mai e oggi più che mai è necessario dare voce al bisogno di memoria, di giustizia e di pace. Come scrive il Talmud, “Dio ride per essersi intromesso nelle cose degli uomini”. Ma può ancora farlo di fronte a tanta stoltezza? Così così.
Salomone “Moni” Ovadia nasce in Bulgaria da una famiglia ebraico-sefardita. Dopo la laurea in scienze politiche ha dato avvio alla sua carriera d’artista come ricercatore, cantante e interprete di musica etnica e popolare di vari paesi. Nel 1984 comincia il suo percorso di avvicinamento al teatro, prima in collaborazione con artisti della scena internazionale, come Bolek Polivka, Tadeusz Kantor, Franco Parenti, e poi, via via proponendo sè stesso come ideatore, regista, attore e capocomico di un “teatro musicale” assolutamente peculiare, in cui le precedenti esperienze si innestano alla sua vena di straordinario intrattenitore, oratore e umorista. Filo conduttore dei suoi spettacoli e della sua vastissima produzione discografica e libraria è la tradizione composita e sfaccettata, il “vagabondaggio culturale e reale” proprio del popolo ebraico, di cui egli si sente figlio e rappresentante, quell’immersione continua in lingue e suoni diversi ereditati da una cultura che le dittature e le ideologie totalitarie del Novecento avrebbero voluto cancellare, e di cui si fa memoria per il futuro.