Incassi a picco per i negozi durante i saldi in Fvg.
Il prolungato periodo di chiusura delle attività economiche ha stoppato la ripresa della fiducia registrata nei mesi estivi, quando il terziario del Friuli Venezia Giulia aveva ripreso a correre. Gli imprenditori del commercio, del turismo e dei servizi, tuttavia, mostrano capacità di resilienza e volontà di sperare nel futuro dei prossimi mesi. È quanto emerge nell’Osservatorio congiunturale curato da Format Research per Confcommercio regionale, presentato nella sede di Confcommercio Trieste dal direttore scientifico Pierluigi Ascani.
“Il livello di fiducia delle imprese del terziario e il livello dei principali indicatori economici, per quanto lontani dai numeri che venivano fatti registrare nel periodo pre-crisi, sono superiori in termini di performance ai risultati rilevati nel resto d’Italia – osservano il presidente regionale di Confcommercio Giovanni Da Pozzo e i colleghi presidenti di Trieste Antonio Paoletti, Gorizia Gianluca Madriz e Pordenone Alberto Marchiori –. Pur in un contesto che rimane di enorme difficoltà, è una reazione che prova la forza dei nostri imprenditori e che riteniamo sia alimentata dai provvedimenti che la giunta ha messo in campo sin dal primo lockdown”.
In Fvg esistono circa 78mila imprese, di cui oltre 51mila operative nel terziario. Il 2020, l’anno dell’esplosione della pandemia, si è chiuso con un numero di imprese nuove nate molto più basso rispetto a quello del 2019 (-16%), ma lo stesso è avvenuto con riferimento alle cessazioni di impresa. Il fenomeno di “congelamento” delle chiusure, comune in Italia, è sintomatico dello stato di profonda incertezza nel quale versano gli operatori del territorio.
CONGIUNTURA ECONOMICA.
Il calo della fiducia è contestualizzato in un quadro di forte ridimensionamento della crescita reale del Paese. Non stupisce il segno meno dinanzi alla voce dei consumi, che in Fvg si concretizza con un decremento del -12% sul 2019. L’indicatore dei ricavi ha perso 11 punti dallo scoppio della crisi, ma si mantiene comunque al di sopra della media nazionale. Le limitazioni alle attività disposte nell’ultima parte dell’anno hanno contribuito negativamente al trend, in particolar modo per specifici settori di attività economica: ricezione turistica (-65%), ristorazione (-55%) e dettaglio non alimentare (-40%) sono i comparti per i quali si stimano le perdite più forti in termini di ricavi nel 2020 su base tendenziale (rispetto al 2019).
I SALDI.
Più nello specifico, il commercio al dettaglio non alimentare paga lo scotto di un andamento insoddisfacente dei saldi invernali: è crollata l’affluenza nei negozi in Fvg rispetto a un anno fa e quasi il 60% dei commercianti dichiara di aver registrato incassi inferiori rispetto alla scorsa tornata di saldi invernali. Il dato è fortemente influenzato anche dall’assenza dello “shopping tourism”.
OCCUPAZIONE.
Preoccupa lo scenario anche dal punto di vista del mercato del lavoro. L’introduzione di ammortizzatori ha solo in parte limitato l’impatto della crisi sull’occupazione. Le previsioni degli imprenditori sono critiche da qui al 30 giugno 2021. I dati ufficiali riguardo gli effetti della pandemia sull’occupazione evidenziano una tendenza allarmante: nel 2020 le nuove assunzioni nel terziario in Fvg sono calate del -37% rispetto al 2019. Il calo delle nuove assunzioni è dovuto in parte al blocco dei licenziamenti, che tuttavia ha inciso ancor di più sui costi fissi (è così per l’81% degli operatori del territorio). La sospensione del blocco dei licenziamenti da marzo rischia di rappresentare un colpo senza precedenti nel terziario: nel 2021 gli organici delle imprese potrebbero ridursi del -15%.