Un locale su 3 in Fvg rischia di non riaprire più.
Un terzo dei locali in Fvg rischia di non riaprire i battenti. È il dato, allarmante, riferito da Antonio Dalla Mora, presidente di Fipe Confcommercio Udine. Le continue aperture e chiusure non aiutano bar e ristoranti, impossibilitati a programmare la propria attività. E se da oggi sono arrivati i ristori – appena il 10% della tranche di primavera – le chiusure durante le feste natalizie, periodo solitamente fertile per i locali, si lasciano dietro pesanti strascichi.
“È stata una disfatta – ammette Dalla Mora – e il 30% delle attività potrebbe non riaprire. Pesano troppo anche le incertezze su cosa accadrà”. La scorsa settimana, nei due giorni di zona gialla l’80% dei ristoranti in Friuli ha preferito non rialzare le serrande “perché per far ripartire tutto c’è troppo lavoro e non valeva la pena”, dice il rappresentante Fipe. Da ieri, invece, una larga parte delle attività è tornata a disposizione.
Sull’iniziativa #ioapro, Dalla Mora preferisce glissare e non commenta. Nella categoria, qualcuno però ricorda il rischio di sanzioni non soltanto pecuniarie, ma anche penali, in caso di apertura. Per il presidente di Fipe, però, “bisogna rendersi conto che non c’è motivo di continuare ad accanirsi contro i pubblici esercizi. Non c’è una ragione plausibile che li identifichi come luoghi di contagio”. Tant’è che i 68.000 controlli a livello nazionale hanno visto in appena lo 0.18% dei casi elevare un verbale. “Dopo un mese e mezzo di chiusure delle nostre attività – conclude Dalla Mora – il trend dei contagi non è mutato”. Come a dire che sul banco degli imputati, per i contagi da coronavirus in risalita anche in Fvg, non devono finire bar e ristoranti.