Al giorno d’oggi anche i trader più esperti, di tanto in tanto, ricorrono a un aiuto esterno. Anche perché gli asset a disposizione sono moltissimi ed è davvero complicato rimanere sempre aggiornati su tutto. Come capire dove orientare i propri investimenti? Gli indicatori di trading servono proprio a questo: a fornire dati utili a capire quali asset comprare, quali asset vendere e quali asset scambiare. Si tratta infatti di informazioni indicative sul valore di strumenti finanziari specifici nel breve, nel medio e (in certi casi) nel lungo periodo.
Più precisamente, gli indicatori di trading sono delle previsioni che partono da uno studio dell’andamento passato degli asset: raccolgono dati in merito alle loro oscillazioni e forniscono consigli relativi alla loro possibile quotazione futura. Questi si dividono innanzitutto in base a due macro-categorie: da una parte quelli manuali, dall’altra i cosiddetti segnali algoritmici. Questi ultimi vengono realizzati in maniera quasi totalmente automatica grazie all’uso di algoritmi proprietari e/o di intelligenze artificiali. Hanno il vantaggio di essere molto veloci e possono venire acquistati a un prezzo competitivo. Gli indicatori di trading manuali richiedono più tempo per venire realizzati ed hanno costi mediamente superiori, ma garantiscono anche un livello di dettaglio e di approfondimento molto superiori.
Medie mobili e oscillatore rsi
Al di là delle categorizzazioni di cui sopra, esistono tante diverse tipologie di indicatore di trading e ciascuna di esse si distingue dalle altre in base a caratteristiche specifiche. Ad esempio le medie mobili sono uno degli strumenti più apprezzati, grazie a un rapporto invidiabile tra semplicità di realizzazione ed efficacia. Come ben suggerito dal nome calcolano una media dei prezzi di chiusura delle ultime candele selezionate: può trattarsi di una media aritmetica, ma anche di una media mobile esponenziale o ponderata.
Altrettanto amato il cosiddetto Oscillatore RSI, che viene generalmente mostrato all’interno di un grafico diverso rispetto a quello dedicato al prezzo. L’oscillatore RSI viene calcolato analizzando il cambiamento del prezzo di chiusura di una candela, ma anche del prezzo di chiusura della candela successiva. Di solito restituisce valori che variano da un minimo di 0 a un massimo di 100. Nel caso in cui il valore si posizioni sotto il 30 si parla di segnale ipervenduto. Nel caso in cui il valore si posizioni sopra il 70 si parla di segnale ipercomprato.
Bande di Bollinger
Volendo entrare nel merito degli indicatori di trading più apprezzati, infine è impossibile non citare per lo meno le bande di Bollinger: un particolare indicatore di volatilità, utilizzato in tanti ambiti differenti dell’analisi tecnica finanziaria. Il nome “bande di Bollinger” è un omaggio a John Bollinger: l’analista che li ha ideati, ragionando per primo sul concetto di banda durante gli anni ’80. Il lavoro di Bollinger sarebbe durato per più di vent’anni e avrebbe portato finalmente alla realizzazione di un tool indipendente oggi utilizzato da migliaia, forse addirittura milioni di trader internazionali.
Come già anticipato in precedenza le Bande di Bollinegr permettono di analizzare la volatilità, ovvero la percentuale di oscillazione del prezzo di un qualsiasi asset relazionata al suo valore medio. Studiare questo indicatore permette di capire se l’asset in questione si trovi in fase di ipervenduto o di ipercomprato. Nel primo caso (ipervenduto) il prezzo dell’asset è inferiore all’equilibrio di mercato e quindi dovrebbe tendere a salire. Nel secondo (ipercomprato) il prezzo dell’asset è superiore all’equilibrio di mercato e dovrebbe tendere a scendere. Le Bande di Bollinger sono molto semplici da leggere e inoltre sono perfette per venire integrate con altri indicatori di trading.