Stipendi più alti a gennaio: ecco perché.
L’anno comincia con un aumento degli stipendi per i lavoratori. A gennaio per i lavoratori dipendenti con un contratto collettivo ci saranno delle novità in busta paga. Da un lato c’è il taglio del cuneo fiscale, dall’altro la festa di Capodanno che nel 2023 è caduta di domenica.
La festività di Capodanno, cadendo di domenica e rientrando quindi come festività non goduta, ha portato a un aumento dello stipendio, seguito poi dal taglio del cuneo fiscale introdotto nella manovra varata dal governo Meloni, che “taglia” la differenza tra il costo complessivo sostenuto dal datore di lavoro e lo stipendio netto del dipendente.
Festività non goduta e cuneo fiscale.
Per la festività non goduta di Capodanno in busta paga si avrà un’ulteriore retribuzione che corrisponde all’aliquota giornaliera, ovvero un importo pari a 1/26esimo dello stipendio. Per quanto riguarda il taglio del cuneo fiscale, l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore è riconosciuto in 2 punti percentuali per i redditi fino a 2.692 euro al mese (ovvero 35.000 euro lordi annui), compresa la tredicesima.
Stando alla nuova legge di bilancio, sugli stipendi di 13 mensilità non oltre i 1.923 euro, il taglio è incrementato di un ulteriore punto percentuale, per un totale del 3%. Per chi ha un reddito tra i 25 e 35 mila euro non cambierà niente. Facendo le somme, il taglio del cuneo fiscale a gennaio comporterà un aumento di circa 10 euro per stipendi di 1.000 euro lordi mensili, 13 euro a chi riceve 1.300 euro, 15 euro per chi ha una busta paga di 1.500 euro, 17 euro in più per chi ha uno stipendio di 1.700 euro e 19 euro per coloro che prendono 1.900 euro.