Le proposte del Csir Fvg-Slo in occasione del 30° di fondazione
“Riconoscere uno status e pieni diritti al lavoro transfrontaliero, in particolare in tema di fiscalità, sicurezza sociale, legislazione e accesso al mercato del lavoro“. È quanto chiede il Consiglio sindacale interregionale Fvg-Slovenia (Csir Fvg-Slo) in occasione del suo trentesimo di fondazione, festeggiato questa mattina a Trieste alla presenza di Giuseppe Augurusa, coordinatore nazionale frontalieri Cgil, dei segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Michele Piga, Alberto Monticco e Matteo Zorn, e per i sindacati sloveni il vicepresidente del Zsss Oskar Komac e il presidente del Ks90 Damjan Volf. Presenti anche l’assessore regionale al lavoro Alessia Rosolen e il presidente dell’Unione Italiana Maurizio Tremul.
Italia e Slovenia lavorino a una nuova intesa bilaterale
“Chiediamo alle competenti autorità italiane e slovene – spiega il presidente del Csir Roberto Treu – di riconoscere la specificità dei lavoratori frontalieri e dei loro particolari problemi, per realizzare al più presto un accordo bilaterale, favorendo così la loro regolarizzazione e l’emersione del lavoro nero e irregolare”.
La proposta, in particolare, punta alla modifica della vigente convenzione bilaterale in materia di imposizione fiscale, entrata in vigore nel 2010. Coinvolti non meno di 15mila persone che ogni giorno, secondo le stime del Csir, si spostano in prevalenza dalla Slovenia verso l’Italia (circa l’80% dei flussi), ma anche in direzione opposta, per lavorare nelle aziende o nelle famiglie al di là del confine.
Riconoscere la reciprocità ed evitare doppia imposizione fiscale
“Riteniamo – si legge nella proposta – che spetti ai due Governi raggiungere una intesa che, come suggerito dalla Commissione Europea, affermi il principio che il lavoratore frontaliero si debba rapportare con un’unica autorità fiscale per il reddito che ritrae dalla propria attività di lavoratore dipendente svolta nell’altro Paese. Inoltre, al fine di evitare possibili e probabili fenomeni di doppia imposizione, va prevista una struttura specifica, composta dai rappresentanti degli enti fiscali dei due Paesi per una corretta interpretazione delle normative”.
Tra le richieste anche quella di garantire piena reciprocità ai transfrontalieri in termini di vantaggi fiscali, in materia di welfare e di sicurezza sociale rispetto ai lavoratori residenti, a partire dagli aspetti più sensibili quali, ad esempio, l’indennità per il periodo di disoccupazione, l’applicazione della legge 104, l’indennità di accompagnamento e disabilità. Analoga esigenza, per il Csir, riguarda i trattamenti in materia di legislazione del lavoro, di accesso al mercato del lavoro, di smart working, di assegno unico e di esercizio dei diritti sociali, indipendentemente dal Paese di residenza rispetto al Paese di lavoro.