Sbloccate le coltivazioni in Friuli: una misura che riguarda 5mila ettari di terreni.
Un via libera importante per contenere gli effetti della grave crisi internazionale in corso. Lo sottolinea la Coldiretti del Friuli Venezia Giulia nel commentare con favore l’intervento dell’Ue che, in conseguenza di un conflitto che ha provocato un aumento dei prezzi delle materie prime e difficoltà di approvvigionamento di alimenti e mangimi, ha permesso agli Stati membri di derogare ad alcune delle norme sui pagamenti diretti agli agricoltori nell’ambito della Politica agricola comune, consentendo di coltivare per il solo anno 2022 i terreni lasciati a riposo, ossia quelle superfici che avrebbero dovuto essere ritirate dalla produzione agricola per un periodo minimo continuativo di sei mesi a partire dal primo gennaio e fino al 30 giugno.
Per essere operative le deroghe dovevano essere adottate dagli Stati membri e notificate alla Commissione Ue. Un passaggio che l’Italia ha concretizzato via decreto ministeriale di alcuni giorni fa, in modo da consentire agli agricoltori di poter utilizzare immediatamente i terreni a riposo per fini produttivi, impiegandoli per il pascolo, la fienagione o la normale coltivazione di colture a semina primaverile o estiva.
La novità di fatto permette di recuperare alla coltivazione in Italia una superficie di circa 200mila ettari di terreno per una produzione aggiuntiva di mais, soia, girasole.
Quanto al Fvg, è la stima della Coldiretti, la superficie interessata si aggira attorno ai 5mila ettari. I terreni a riposo in applicazione della deroga, informa ancora la Confederazione, potranno essere lavorati e seminati anche prima del 30 giugno 2022.