La battaglia tra la friulana Rizzani de Eccher e Gazprom.
Una battaglia che va avanti in tribunale quella tra il colosso del gas russo Gazprom e la friulana Rizzani de Eccher. Il motivo del contenzioso è una commessa da 630 milioni di euro affidata nel 2018 e improvvisamente risolta da un giorno all’altro a fine 2020 per presunti inadempimenti e ritardi.
Il progetto prevedeva una vera e propria cittadella con un grattacielo, otto edifici collegati tra loro e al centro una modernissima piazza che sarebbero dovuti sorgere a Minsk, in Bielorussia. L’appalto era stato vinto dalla Codest Srl, che all’epoca era controllata dal gruppo de Eccher e nel frattempo è stata incorporata dallo stesso.
Ma oltre ai mancati guadagni il gruppo friulano rischiava di perdere anche l’importo che aveva messo a garanzia in una banca italiana per l’esecuzione dell’opera: ben 24 milioni di euro. Un importo che Gazprom avrebbe potuto incassare, ma che è stato “protetto” da un decreto di sequestro conservativo del Tribunale di Udine emesso già lo scorso dicembre. Una battaglia che si sta svolgendo anche davanti alla Corte di arbitrato internazionale e che, dopo il recente contraddittorio tra le parti, per ora ha visto prevalere le ragioni della Rizzani de Eccher.
Infatti secondo il tribunale non sono stati riscontrati inadempimenti o ritardi apprezzabili e il gruppo friulano avrebbe quindi diritto al pagamento della parte del lavoro che era stato svolto, oltre a un ristoro le spese e il mancato guadagno che in totale è stato quantificato in quasi 60 milioni di euro. Una cifra che però sarà difficile ottenere soprattutto per alcune leggi entrate in vigore in seguito alla guerra e che di fatto bloccano i titoli esecutivi a favore di cittadini o persone residenti negli stati giudicati ostili alla Bielorussia.