Famiglie numerose e pensionati soli le categorie più colpite dai rincari.
A subire maggiormente l’effetto dei rincari, oltre alle famiglie più numerose, anche i pensionati soli. La pandemia aveva già provocato rincari su determinate materie e prodotti, per via del rallentamento delle catene produttive. Quando però sembrava potesse esserci una ripresa, seppur lenta, è iniziato il conflitto in Ucraina. Quasi da subito, i suoi effetti si sono fatti sentire pressochè in tutto il mondo, con rincari sulle materie prime e sull’energia.
Le conseguenze, ovviamente, vengono avvertite ad ogni livello della società. A livello lavorativo, le imprese per esempio hanno difficoltà a reperire i materiali e hanno visto un incremento nelle spese energetiche molto importante. Anche gli artigiani e i commercianti subiscono gli effetti della crisi, pagando le conseguenze del caro energia sia come individui sia nel lavoro.
A prescindere dalle professioni, una delle categorie sociali maggiormente a rischio povertà è quella dei nuclei familiari numerosi. In Friuli, se si guarda i dati relativi all’ISEE, il 50% delle famiglie con 1 o 2 figli ha un reddito tra i 10.000 e i 25.000 euro l’anno. Allo stesso tempo, il 70% delle famiglie con almeno 4 figli hanno un reddito minore di 10.000 euro.
I rincari infatti si fanno sentire maggiormente per le famiglie a basso reddito, in quanto coinvolgono beni ai quali non si può rinunciare e che non possono essere sostituiti. Nella totalità dei costi in più dovuti alla crisi, il 15% circa dipende dagli alimenti. Tra il 19% e il 23% pesano i trasporti, mentre tra il 50% e il 70% sono causati dall’energia. Si tratta quindi di prodotti, beni e servizi ai quali non si può rinunciare. Mentre ai redditi più alti è possibile fare fronte alla situazione, questa si fa più complessa per i redditi minori. Tra questi, troviamo anche gli anziani.
A subire la maggior parte delle conseguenze, infatti, sono per l’appunto famiglie numerose e pensionati soli. Se i rincari rimangono della portata attuale, queste categorie potrebbero arrivare a spendere rispettivamente 1.900 e 900 euro in più all’anno.