Il report di Ersa sull’agricoltura in Fvg.
Il report di Ersa sulla congiuntura del settore agricolo regionale nel 2019 fotografa un’annata con alti e bassi, a cominciare dal dato principale, ovvero il valore complessivo della produzione lorda agricola che arriva a circa 1,36 miliardi di euro, una cifra importante, ma in calo del -2,1% rispetto all’anno precedente. La variazione negativa è dipesa dalla diminuzione delle quantità prodotte, mentre i prezzi hanno inciso in maniera più ridotta.
I dati sul commercio estero evidenziano un trend positivo per i prodotti di agricoltura, silvicoltura e pesca esportati verso l’Europa. Nel 2019 si osserva infatti un export di prodotti agroalimentari pari a 949 milioni di euro, in crescita del 4,3% rispetto al 2018. Le esportazioni dei prodotti dell’agricoltura e della pesca hanno contribuito con un incremento di 3 milioni di euro rispetto all’anno precedente (+1,8%), ed i prodotti alimentari (compresi bevande e tabacco) con un incremento di 36 milioni di euro.
Per i cereali l’andamento climatico è stato sfavorevole: l’elevata piovosità del mese di maggio 2019 ha comportato allettamenti nel frumento e nell’orzo nonché scompensi fisiologici nel mais, con conseguente diminuzione delle rese ad ettaro.
Nel 2019 le superfici investite a orticole ammontano a 615 ettari e sono occupate prevalentemente da asparago (38%), patata (30%) e radicchio (8%). Le colture frutticole più diffuse sono il melo (1.270 ettari con una produzione di 41.673 tonnellate) e l’actinidia (564 ettari con una produzione di 12.912 tonnellate).
La superficie con viti in Friuli Venezia Giulia è pari a 25.108 ettari, con un incremento del +2,7% sul 2018, mentre la produzione è stata di 1,7 milioni di ettolitri, di cui oltre 1,5 milioni di ettolitri di vino bianco e quasi 270.000 ettolitri di vino rosso. Con oltre 168 milioni di euro il valore della produzione vitivinicola regionale è il più consistente tra le diverse attività agricole presenti in Friuli Venezia Giulia, tuttavia l’annata è stata caratterizzata da una riduzione dei prezzi rispetto al 2018 per quasi tutte le tipologie (-10/-15%).
In regione sono presenti 5.863 allevamenti, di cui il 37% riguarda i bovini, seguiti dai suini (30,3%) e dagli ovi-caprini (28,3%). La restante produzione zootecnica comprende il settore avicolo. Per quanto riguarda il latte sono presenti 61.951 bovine, di cui il 50% frisone ed il 50% pezzata rossa italiana, con una produzione complessiva pari a 255 mila tonnellate di latte che porta la regione Fvg in ottava posizione nel ranking nazionale. Per quanto riguarda la produzione di carne, le principali fonti sono state rappresentate da carne suina, che ha generato un valore per oltre 72 milioni di euro, seguita dal pollame, che nel suo comparto produce carni per oltre 56 milioni di euro in regione, e segue infine la carne bovina, in cui la prevalenza di carni da vitelloni e vacche e destinata alla produzione di carne da macello.
Le imprese ittiche nel Friuli Venezia Giulia sono risultate 399, con un calo del -5,6% rispetto al 2018, mentre la flotta, con 350 pescherecci, ha registrato un calo del -1,5%. Nell’ultimo anno la produzione alieutica locale pescata dalle marinerie regionali e sbarcata nei sei mercati ittici regionali è stata di circa 1.150 tonnellate, dato che determina un calo dei quantitativi del -9,1% rispetto al 2018. Al pari dei volumi, anche gli incassi scaturiti dalle vendite del prodotto locale sono in calo, visto che al valore di circa 7,15 milioni di euro corrisponde un calo del -2,1% annuo.
In questi primi mesi dell’anno, il sistema agroalimentare regionale è stato colpito meno pesantemente rispetto ad altri settori, nonostante si stiano ora facendo sentire gli effetti della chiusura – nella prima fase dell’emergenza – pressoché totale dell’Horeca (Hotellerie, Restaurant, Catering). Nel primo trimestre, le esportazioni regionali in valore hanno registrato una flessione superiore al 5%, al netto dei mezzi di trasporto. A inizio 2020 la resilienza finanziaria del sistema produttivo regionale era tuttavia maggiore rispetto ai precedenti episodi di crisi. La pandemia ha colpito tutti i settori, anche se in maniera diversa.
Anche le coltivazioni orticole e florovivaistiche sono rimaste bloccate per l’impossibilità di vendere le piantine da orto, costringendo le aziende a distruggerle, oltre che per la mancanza di manodopera proveniente dall’Est che non è potuta rientrare per la chiusura dei confini. Le perdite si stimano in un 50% in media, e non bisogna dimenticare il settore ospitalità che comprende agriturismi, ristorazione e vendita diretta.
I prezzi dei vini sono rimasti invariati rispetto alla fine del 2019, anche mele e actinidia sono stabili rispetto agli stessi mesi del 2019 e con un trend in aumento nel secondo trimestre 2020.