Il piano per investire i soldi del recovery fund.
Il piano Fvg per l’utilizzo dei fondi derivanti dal recovery fund europeo arriverà nei prossimi giorni. Lo assicura Barbara Zilli, assessore alle Finanze, prima di aggiungere che “una prima versione di proposta regionale dovrà necessariamente contenere pochi progetti ma di elevata strategicità ed impatto“. Sui contenuti, il documento è ancora top secret, ma l’assessore precisa comunque che “grande spazio verrà dato alle infrastrutture“.
Zilli non nasconde il suo malumore verso il governo: “Nonostante le ripetute e pressanti richieste delle Amministrazioni regionali di poter partecipare alla predisposizione della prima bozza di Piano Nazionale per la Ripresa e la resilienza (Pnrr), l’esecutivo non si è ancora espresso chiaramente su come e quando le Regioni verranno consultate per la presentazione delle proposte. È grave – aggiunge l’assessore – l’assenza di ruolo per le Regioni. La sfida deve essere comune“.
A quanto trapela, dai fondi europei concessi all’Italia – 209 miliardi, da impegnare entro il 2023 ed essere investiti non oltre il 2026 – circa 4 dovrebbero arrivare in Friuli Venezia Giulia. Stefano Mazzolini, vicepresidente del consiglio regionale ed esponente della Lega, ha le idee chiare su come investire i soldi trasferiti sul territorio: “Il tema principale resta quello delle infrastrutture: strade, ponti e scuole sono la spina dorsale degli investimenti – spiega -. Si tratta di opere in prospettiva: l’adeguamento anti-sismico degli istituti scolastici, per esempio, garantirà la messa in sicurezza dei giovani e delle loro famiglie”.
Ma un occhio di riguardo va anche al turismo: “Le piste ciclabili sono fondamentali per lo sviluppo futuro – aggiunge il vicepresidente – e lo stesso vale per l’ampliamento del demanio sciabile, con nuove piste. E poi, penso al rifacimento della Terrazza a mare di Lignano, un’altra nostra bella cartolina”. Gli incentivi, però, devono andare anche al comparto turistico “e in particolare al miglioramento delle strutture ricettive, oltre alla creazione di nuovi alberghi – conclude Mazzolini -. Questi fondi dovrebbero andare anche ai privati, per investimenti diretti sul territorio: così una parte dell’Iva resterebbe in regione”.
Industria 4.0, sostenibilità, banda larga e rigenerazione urbana: sono questi i filoni sui quali puntare per investire i fondi europei secondo il Pd regionale. “Gli ambiti nei quali ci si può muovere sono questi – rimarca Renzo Liva, responsabile Economia dei dem regionali -, ma quello che ci lascia perplessi sul comportamento della Regione è il metodo“. A cosa si riferisce? “Non vediamo regia e strategia – incalza Liva -, non esiste ci siano campanilismi. Ne va del futuro Fvg dei prossimi 30 anni. Serve un percorso condiviso, un tavolo che raggruppi gli attori come, per fare degli esempi, logistica, autorità portuale e università. E invece – conclude – nonostante le nostre richieste a Fedriga, tutto ciò ancora non si è visto”.
Venerdì, il Patto per l’Autonomia organizza a Udine un incontro pubblico su recovery fund e fondi Ue: appuntamento alle 18 nel salone del Consiglio di palazzo Belgrado a Udine. “È indispensabile – auspica Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l’Autonomia in consiglio regionale – avviare un confronto serio e tempestivo, dentro e fuori dagli spazi del Consiglio regionale, per definire i contenuti di una proposta condivisa da presentare allo Stato”. È previsto anche l’intervento dell’economista Fulvio Mattioni.