L’analisi di Format Research e Ires Fvg sull’occupazione.
Cresce l’occupazione in Fvg rispetto al periodo pandemico, ma l’incertezza economica, i rincari e la mancanza di manodopera rallentano la ripresa delle imprese del terziario in Friuli Venezia Giulia. Il 35% delle imprese che hanno avviato ricerca di personale non è riuscito ad assumere nemmeno una risorsa e questo impatta negativamente sui ricavi. È la sintesi di quanto presentato oggi nella sede dell’Ascom di Pordenone nel corso di un incontro con la stampa promosso dall’Ente Bilaterale del Terziario del Fvg. Sul tavolo le indagini sul mondo del lavoro di Format Research e Ires Fvg: dai dati sull’occupazione ai profili ricercati, dalla grande distribuzione all’e-commerce. A intervenire il presidente dell’Ebiter Mauro Agricola, il vicepresidente Fabio Pillon, il direttore scientifico di Format Research Pierluigi Ascani e il ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo.
L’analisi a cura di Format Research
Quadro occupazionale
Cresce nella seconda metà del 2021 l’occupazione del settore terziario del Friuli Venezia Giulia. L’indicatore congiunturale è pari a 52 punti. Per il prossimo semestre 8 imprenditori su 10 prevedono un quadro occupazionale stazionario. Le tipologie contrattuali che le imprese del terziario del Fvg hanno intenzione di offrire ai nuovi assunti saranno per il 28% contratti a tempo indeterminato.
Le aspettative dei lavoratori
Peggiorano le condizioni economiche dei lavoratori del terziario: il 42% ritiene di stare peggio rispetto a sei mesi fa. L’indicatore scende di 5 punti rispetto al semestre scorso. A pesare sulle tasche dei lavoratori nell’ultimo semestre sono soprattutto il “caro bollette” (82,2%) e l’inflazione su beni e servizi (60,6%). L’aumento del costo della vita impatta negativamente anche sulle aspettative per il prossimo futuro. L’area del disagio sociale (cioè l’erosione dei risparmi e la necessità di indebitarsi) investe il 25% circa delle famiglie del Fvg. Oltre il 40% dei lavoratori del terziario nei prossimi sei mesi prevede di trovarsi nella condizione di dover ridurre i propri consumi.
Esigenze occupazionali
Quattro imprese del Fvg su dieci negli ultimi due anni hanno effettuato azioni di ricerca di nuovo personale e nel 2022 il 26% delle imprese prevede di intraprendere nuove azioni di ricerca. Due imprese su tre hanno avuto difficoltà nel trovare le risorse desiderate e il 35% di queste non è ancora riuscito ad assumere nessuna delle risorse ricercate. La metà delle imprese dichiara di star incontrando difficoltà ad assumere manodopera superiori rispetto al passato e che questo sta avendo un impatto negativo sui propri ricavi.
Dal punto di vista dei lavoratori: quasi la metà di coloro che nell’ultimo biennio hanno mantenuto il posto di lavoro, hanno comunque pensato di cambiare occupazione. Le ragioni alla base dell’intento di cambiare occupazione risiedono principalmente in una retribuzione giudicata troppo bassa, in condizioni lavorative insoddisfacenti, e in un clima aziendale sfavorevole. Coloro che hanno rifiutato le proposte di lavoro ricevute, motivano tale decisione con un’offerta economica considerata inadeguata e con l’eccessiva distanza del nuovo posto di lavoro.
Fabbisogni formativi
Circa la metà dei lavoratori del terziario in Fvg ha partecipato ad attività di formazione realizzate dall’impresa presso la quale sono occupati. Il 36% dei lavoratori sceglierebbe una formazione in e-learning con supporto di un tutor, il 30% continua invece a preferire i corsi de visu. Competenze informatiche e digitali, organizzative e gestionali e le lingue straniere sono le aree che più desidererebbero approfondire in futuro. Per il prossimo anno oltre un’impresa del terziario del Fvg ogni tre (36,6%) ha già programmato percorsi formativi non obbligatori. Marketing/comunicazione, organizzazione aziendale e vendita commerciale sono le principali aree sulle quali le imprese del terziario del Fvg intendono investire per i propri collaboratori.
Inflazione e aumento dei prezzi
Un’impresa del terziario su quattro ritiene che i rincari abbiano avuto nei primi mesi del 2022 un impatto molto o abbastanza rilevante sull’andamento dell’impresa. Tra le imprese che hanno registrato un impatto rilevante dell’aumento dei costi il 43,2% prevede di non poter fare le assunzioni previste e il 5,5% di dover addirittura rinunciare ad alcune risorse. Il 23% prevede che questo impatterà negativamente anche sulla possibilità per l’impresa di investire in formazione del personale.
L’analisi di Ires Fvg
I profili ricercati dalle imprese
Nel periodo maggio-luglio 2022 sono previste 26.440 assunzioni a livello regionale, di cui il 73% nell’ambito dei servizi (19.410). A maggio gran parte delle assunzioni del terziario sono state effettuate nelle attività turistiche e commerciali, in particolare: cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici, con 1.860 nuovi ingressi previsti; commessi e altro personale qualificato in negozi ed esercizi all’ingrosso (inclusa la grande distribuzione organizzata), con 640 assunzioni. Per entrambe le figure in oltre il 40% dei casi si tratta di profili considerati di difficile reperimento dalle imprese, in particolare per la mancanza di candidati.
Prosegue la dinamica espansiva della Gdo
Negli ultimi anni è proseguita la dinamica espansiva della grande distribuzione organizzata, che pone stabilmente il Fvg al vertice in Italia per rapporto tra superfici di vendita e abitanti. Dopo la Valle d’Aosta, al primo posto con 881 mq ogni mille abitanti, si trova infatti il Fvg con 783, mentre la media italiana è pari a 424 mq. La provincia di Udine (con 939 mq per 1.000 abitanti, un valore superiore al doppio della media nazionale) risulta la prima in Italia seguita da quelle di Aosta (sempre con 881, in quanto il territorio coincide con quello regionale) e Gorizia (849); sono inoltre le uniche tre che superano la soglia di 800 mq per mille abitanti. Pordenone è decima (con 668 mq ogni mille abitanti), mentre Trieste (con 545 mq) si colloca molto più in basso nella graduatoria.
Oltre la metà dei cittadini del Fvg fa acquisti online
Un fenomeno in sensibile crescita negli ultimi anni è quello dell’e-commerce, che ha ormai cambiato profondamente le abitudini di acquisto; le transazioni online sono preferite per la comodità, le opportunità di risparmio, l’ampiezza della scelta. La pandemia iniziata nel 2020 non ha fatto altro che accentuare tali dinamiche già in atto. Nell’ultimo decennio la percentuale di persone (di età compresa tra 16 e 74 anni) che hanno acquistato beni e servizi online è triplicata in regione e in Italia. Si tratta comunque di valori ancora decisamente inferiori alla media europea. Nel 2020, anno della pandemia, tale percentuale è aumentata di ben 5 punti in Fvg (dal 46% al 51%); nel 2021 si è attestata al 54%, contro il 51% nazionale e al 67% dell’Ue.