La situazione occupazione in Friuli Venezia Giulia.
Nel 2018, anche in FVG, è proseguito il faticoso percorso di recupero dei posti di lavoro persi a causa della crisi. Lo scorso anno, infatti, si è chiuso con un dato medio di quasi 511mila occupati, un saldo positivo di 5.600 posti rispetto al 2017 e di oltre 14mila rispetto al punto minimo di 495mila occupati, su cui ci eravamo attestati nel triennio 2013-2015. Parallelamente scende rispetto ai momenti più duri della crisi il tasso di disoccupazione, che oggi è del 6,7%, sensibilmente più alto rispetto al dato pre-crisi (4,1%) ma in calo rispetto all’8% del 2014-2015.
Più donne al lavoro
Tra le dinamiche positive c’è sicuramente un forte aumento dell’occupazione femminile, che si attesta su valori sensibilmente più alti perfino a quelli del 2008, mentre è calata fortemente quella maschile, segno di una contrazione che ha riguardato soprattutto l’industria.
Cresce il lavoro povero
Sbaglieremmo a non saper leggere questi dati anche dal punto di vista qualitativo: se un recupero occupazionale c’è, infatti, esso è accompagnato da un tendenziale peggioramento delle condizioni di lavoro. Ce lo dice l’aumento dei contratti a termine, che in un solo anno sono aumentati di quasi 10mila unità, passati dai 61mila del 2017 ai 72mila del 2018, ovviamente a scapito di quelli a tempo indeterminato, e del lavoro part-time rispetto a quelli a tempo pieno, che non è tanto il frutto di una scelta dei lavoratori quanto di una riduzione forzata degli orari e quindi delle retribuzioni. Nell’ambito del lavoro dipendente i rapporti di lavoro a tempo parziale sono ben 85mila, ben 11mila in più rispetto al 2017. Su una platea totale di 403mila lavoratori dipendenti, il part-time riguarda ormai il 21,8% dei posti, più di 1 su 5, e i contratti a termine il 17,8%, più di uno su 6. Nel confronto con il 2008 il ricorso a questo tipo di contratti rispetto alla platea complessiva dei lavoratori dipendenti è cresciuto rispettivamente del 30% (part-time) e del 40% (contratti a termine).
Il mercato del lavoro invecchia
Tra i segnali positivi, oltre alla crescita degli occupati totali e all’andamento del lavoro femminile, un lieve incremento, per il terzo anno consecutivo, dell’occupazione giovanile. Dopo il minimo storico di 103mila toccato nel 2015, gli occupati under 35 sono lentamente risaliti fino ai 105.500 del 2018. Restano però pur sempre 46.500 in meno rispetto al 2008, a conferma di un generale, forte invecchiamento complessivo del nostro mercato del lavoro. Se dieci anni quasi il 30% degli occupati complessivi aveva meno di 35 anni, oggi la percentuale è scesa al 21%: poco più di un lavoratore su 5. Non è solo l’effetto dell’invecchiamento demografico, ma anche della crisi, che ha colpito soprattutto le fasce giovanili, e della generale tendenza, anche per motivi formativi e di studio, a ritardare l’ingresso nel mondo del lavoro.