Lo rivela indagine Ires su dati Inps che statta fotografia anche per Fvg.
Occupazione stabile nei primi nove mesi dell’anno, un tasso di disoccupazione inferiore al 6%, un calo delle aperture di nuove Partite Iva e un aumento delle domande di disoccupazione. Lo rivela l’ultima indagine Ires su dati Inps che scatta un’immagine dove sembra che il Friuli Venezia Giulia si sta riprendendo dal lockdown della primavera scorsa, dove cresce il settore manifatturiero, ma al contempo cala quello dell’agricoltura e dei servizi.
In Friuli Venezia Giulia nel terzo trimestre del 2020 il numero di occupati si è attestato a 512.100, 5.300 unità in più rispetto al trimestre precedente, ma 4.500 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Lo evidenzia il ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo che ha rielaborato dati Istat. Come era prevedibile, spiega Russo, “tale dinamica è stata fortemente influenzata dall’emergenza sanitaria, che ha interessato in particolare il periodo compreso tra marzo e maggio di quest’anno e che ha visto un recupero nei mesi successivi”. Se si considera la media dei primi nove mesi dell’anno l’occupazione risulta infatti complessivamente stabile in Fvg, attestandosi a quasi 511.000 unità. A livello settoriale l’incremento registrato nell’ambito del settore manifatturiero ha compensato le diminuzioni osservate nel settore primario e soprattutto nei servizi.
Il Fvg è l’unica regione a non avere un saldo negativo. A livello nazionale, sempre confrontando i primi nove mesi del 2020 con lo stesso periodo del 2019, la flessione è stata pari a -2%. Nel Nordest il Veneto fa segnare un calo del -2%, l’Emilia Romagna del -1,8%, il Trentino Alto Adige del -1,6%. Gli ingenti interventi messi in campo dal governo, a partire dalla Cassa Integrazione fino al blocco dei licenziamenti, hanno sicuramente contribuito a limitare le ricadute negative sull’occupazione.
Il numero di persone in cerca di occupazione in Fvg nel terzo trimestre del 2020 supera di poco le 30.000 unità. Il tasso di disoccupazione regionale, sempre nel terzo trimestre, è pari al 5,6%, ma per la componente femminile si attesta al 7,1%. Bisogna comunque considerare che le limitazioni legate al periodo di lockdown hanno per mesi reso molto difficile, se non quasi impossibile, la ricerca di un’occupazione, per effetto dei maggiori carichi familiari (soprattutto per le donne con figli, a seguito della chiusura delle scuole), delle forti restrizioni agli spostamenti, del blocco dell’attività di molti settori produttivi.
Nei primi nove mesi del 2020 in regione sono state aperte quasi 5.700 Partite Iva, un dato inferiore di quasi il 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso; a livello nazionale si è registrato un calo un più accentuato (-17,5%). Tale dinamica negativa è stata condizionata pesantemente dall’emergenza sanitaria; in particolare nel mese di aprile la diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2019 è stata pari a -57,7% a livello regionale e -59,7% nel contesto italiano. A livello territoriale il numero di nuove aperture di Partite Iva mostra una flessione vicina al 20% nelle province di Udine (-17,4%) e Pordenone (-19,1%), mentre in quelle di Trieste (-8,3%) e Gorizia (-6,1%) le variazioni sono più contenute.