L’impatto economico della guerra in Friuli Venezia Giulia.
Il 44% delle imprese del terziario del Friuli Venezia Giulia giudica “rilevante” (6% “molto rilevante”, 38% “abbastanza rilevante”) il potenziale impatto della guerra in Ucraina in termini di effetti indiretti sulla propria attività. Proprio quando sembrava essere arrivato il momento della ripartenza post Covid, l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia e il conflitto a Est mettono a rischio la ripresa. L’analisi emerge dall’Osservatorio congiunturale curato per Confcommercio Fvg da Format Research. Le imprese del terziario Fvg, spiega il direttore scientifico della società di ricerca Pierluigi Ascani, “temono di perdere il terreno recuperato con fatica dopo due anni di pandemia. Del resto, l’aumento abnorme delle bollette energetiche e dei costi dei fornitori, i consumi che non ripartono pesano sui conti delle imprese”.
“Con aumenti consolidati e bollette rincarate che penalizzano pesantemente le imprese e mortificano il potere d’acquisto delle famiglie, viviamo una congiuntura di rinnovate criticità – aggiunge il presidente regionale di Confcommercio Giovanni Da Pozzo, con i colleghi presidenti di Gorizia Gianluca Madriz, di Pordenone Fabio Pillon e di Trieste Antonio Paoletti –. Eppure, veniamo da un 2021 in cui è aumentato il numero delle imprese del terziario nuove iscritte in Fvg”.
Andando ai numeri, le imprese extra agricole registrate in Fvg sono oltre 77mila, di cui attive oltre 68mila. Le imprese del terziario del Fvg costituiscono il 66% del totale delle imprese della regione. Al 31 dicembre 2021 è aumentato il numero delle imprese del terziario nuove iscritte in Fvg (1.791, quasi ai livelli pre Covid): nello specifico, è risultato in crescita il numero delle nuove imprese in tutti i settori di attività economica, fatto salvo il comparto turistico, ancora molto lontano rispetto al periodo precedente l’esplosione della crisi. Al contempo, tornano ad aumentare anche le cessazioni di impresa (3.049, livelli comunque al di sotto di quelli pre-pandemici). Nell’ultima parte del 2021 avevano “tenuto” i ricavi delle imprese del terziario del Fvg. Tuttavia, la previsione per i primi mesi del 2022 già evidenziava un rallentamento dell’indicatore congiunturale (che scendeva da quota 45 a 42). Il commercio non-alimentare risultava tra i comparti più in difficoltà, anche a causa di una stagione invernale dei saldi al di sotto delle aspettative. A causa dello scoppio del conflitto, le imprese del terziario del Fvg si aspettano una possibile riduzione del -11% dei ricavi a seguito dell’impatto della nuova crisi. Gli operatori dei trasporti e della logistica sono coloro che temono le conseguenze più forti.