Fatturati a picco per i tassisti in Friuli, l’appello: “Prendete i nostri mezzi, sono sicuri”

I tassisti in Friuli.

Situazione difficile per i tassisti di Udine e provincia. La pandemia da coronavirus si è fatta sentire, in modo pesante, anche in questo comparto nel quale, da due mesi a questa parte, la situazione si è fatta particolarmente complicata.

Ripresa difficile, infatti, per il settore del trasporto persone e in particolare per quello dei taxi che nell’emergenza Covid-19, pur avendo continuato a prestare servizio, ha visto andare in fumo ben il 90% del fatturato. Una situazione drammatica che i tassisti friulani, 63 in provincia di Udine di cui 40 attivi in città, sperano di lasciarsi presto alle spalle. In queste settimane si sono organizzati per garantire la massima sicurezza all’interno dei veicoli, per sé e per i clienti, “che non devono avere timori” chiarisce il capocategoria provinciale dei tassisti di Confartigianato-Imprese Udine, Sandro Modonutti: “Abbiamo adottato tutte le misure necessarie. Indossiamo guanti e mascherina, trasportiamo al massimo due persone per volta, rigorosamente dietro e in caso di una sola persona la facciamo sedere a destra, il più lontano possibile dal conducente”.

A bordo dei taxi non mancano, naturalmente, i gel igienizzanti e tra i conducenti c’è qualcuno che ha iniziato a installare schermature in plastica, a ulteriore garanzia del distanziamento. “Non lasciamo nulla al caso – continua Modonutti -. Ogni volta che un cliente scende disinfettiamo portiera, sedile e maniglia. Lavoriamo a giorni alterni, così da utilizzare il giorno di pausa per disinfettare l’auto da cima a fondo. Insomma, l’attenzione è massima e l’appello che rivolgiamo alle persone è che ritornino a prendere il taxi con tranquillità”.

Il lockdown è costato caro alla categoria. Con la chiusura delle scuole e poi a ruota lo stop di tutte le attività e l’imposizione della quarantena anche alle persone, il traffico si è fermato. Non i taxi, che per scelta hanno deciso di continuare ad operare: “Siamo andati avanti per spirito di servizio, ci siamo sentiti al fronte, poco meno che soli in una città deserta – racconta ancora il capocategoria che l’emergenza, come i colleghi, l’ha vista in presa diretta, dal parabrezza della sua auto -. All’inizio avevamo un po’ di timore, poi è passato, ci siamo attrezzati, oggi mascherina, guanti e disinfettanti sono diventati la nostra nuova routine”. Dal più giovane dei tassisti udinesi al più anziano, 24 anni il primo, 70 l’ultimo, c’è grande voglia di ripartire. Di tornare un punto di riferimento per Udine e i tanti che ante emergenza prendevano il taxi d’abitudine. “Noi ci siamo – conclude Modonutti spalleggiato dal presidente del radiotaxi di Udine, Massimo De Vit – e diciamo ai clienti: usate i nostri mezzi perché sono sicuri”.