Grandi e piccole opere bloccate dalle scelte del governo.
Un’intera categoria “prigioniera” di un codice Ateco. È la paradossale situazione che sta vivendo il comparto dell’edilizia civile, categoria che sollecita un pronto riavvio dei cantieri. Fermi, al momento, sono i lavori per la terza corsia della A4 (in autostrada proseguono manutenzione e posa di barriere fonoassorbenti), così come il cantiere di via Mercatovecchio a Udine, ma in questo caso perché le ditte incaricate vengono da fuori regione e devono quindi rispettare uno stop “di mobilità”. Oltre alle grandi opere, però, il territorio è punteggiato da quelle medio-piccole. Al palo ci sono in Friuli decine di imprese e centinaia di addetti, tutti pronti a ricominciare a lavorare. Ma non dipende da loro.
Il perché lo illustra Roberto Contessi, dal 2019 nominato presidente Fvg dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance). “Il Governo – è il suo affondo – ha promosso aperture a singhiozzo delle attività, ma noi non ne capiamo il filo logico. Le disposizioni vedono l’autorizzazione a tutti a operare, eccetto a chi si occupa di edilizia civile. È una situazione di stallo da noi segnalata già da tempo, ed è un controsenso”. Che cosa intende? “Si discrimina chi costruisce una fognatura o una strada rispetto a chi edifica un condominio – fa notare il presidente Ance -. Si tratta di attività complementari, che non possono essere slegate tra loro”.
Un altro paradosso è che, per esempio, gli impiantisti sono autorizzati a lavorare: molte attività della filiera sono operative, ma le costruzioni rimangono ferme. E si pone anche un problema di sicurezza: “Se il Governo non dovesse intervenire con misure ad hoc – precisa il presidente di Ance Fvg – chiederemo una deroga ai prefetti tramite la Regione Fvg. Non si può lasciare un cantiere a metà: nelle aree per ora abbandonate, per fare un esempio, il forte vento potrebbe portare in giro dei componenti, facendoli impattare su persone o cose. Senza considerare che i cantieri possono essere soggetti a furti e atti vandalici. Non bastano i tre giorni consentiti per sistemare un edificio”. Insomma, nonostante le sollecitazioni delle scorse settimane, l’edilizia civile attende segnali. Domani, però, il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, parteciperà al Tavolo di crisi governativo “e ci ha promesso – aggiunge Contessi – di sottoporre le nostre istanze. Qualche regione ha già chiesto le deroghe ai prefetti per operare. Speriamo sia possibile anche qui da noi”.
Un fermo alle attività che ha messo in difficoltà il settore edile. La situazione del comparto era migliorata rispetto alla crisi recente, però poi la decisione di eliminare gran parte degli accessi agli sconti fiscali previsti nel Decreto Crescita aveva frenato il rilancio. “Speriamo – conclude il presidente di Ance Fvg – che il Governo li reintroduca. L’edilizia ha un indice di indotto elevato: per ogni milione investito ne genera 3,5. La nostra ripartenza è fondamentale per l’economia, siamo pronti già da settimane”.