L’economia nazionale è retta dagli introiti del poker?

Il decreto di riordino del gioco online è ancora argomento all’ordine del giorno. Soprattutto da quando gli enti locali si sono dimostrati disponibili in Senato ad aprirsi al settore del gioco online per trovare una soluzione comune che metta d’accordo tutte le regioni italiane. Lo scopo è quello di arrivare a definire un riordino anche del gioco terrestre, dal momento in cui gioco online e gioco fisico rappresentano, con i loro introiti, una grossa porzione dell’economia nazionale.

Pertanto, la richiesta portata avanti parla di una compartecipazione del 5% al gettito dell’imposta sugli apparecchi e congegni di gioco attivi sul territorio nazionale, attribuita alle Regioni a statuto ordinario a partire dal 2027, necessaria per rafforzare l’attività di prevenzione e cura del gioco d’azzardo patologico, ma anche applicata in relazione alle competenze regionali in materia di sanità e assistenza sociale.

In sostanza, le regioni chiedono che tutti gli enti locali vengano coinvolti nella definizione delle regole da applicare al gioco online, proprio per unire le forze e lottare per la creazione di una modalità di gioco controllato che garantisca la salute dei giocatori.

Anche perché seguire la linea che alcune regioni avevano proposto, e cioè quella di limitare le sedi di gioco, è abbastanza controproducente, perché non fa altro che favorire il gioco illegale. Nel riordino del gioco fisico, dunque, è necessario che il tema delle distanze venga affrontato in maniera efficace.

Un po’ di numeri sul gambling

Alla luce di tutto questo, e dal momento che il fenomeno del gioco d’azzardo assume in Italia un ruolo di assoluta rilevanza, è importante osservare tutta una serie di dati, forniti dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, presentati per definire lo schema del decreto legislativo.

Nel 2022, la raccolta complessiva del gioco d’azzardo è stata di 136 miliardi di euro, con un aumento di quasi il 300% negli ultimi 10 anni. Se si guarda solo alle sedi fisiche, la raccolta da gioco sul territorio nazionale è stata di 63 miliardi di euro, proveniente dal 42% dei giocatori. Il gioco online, invece, vanta una raccolta da gioco di 73 miliardi di euro, con un aumento del 373% rispetto a dieci anni fa, ma distribuita nel solo 7,3% di utenti.

Se si rapportano questi dati alla popolazione residente in Italia, si nota che ogni anno ogni persona spende in media 1.000€ per il gioco su rete fisica e tocca i 1.200€ per il gioco telematico. Questi numeri mostrano quanto sia diffuso il gioco d’azzardo in Italia. A questi si aggiungono altri dati importanti: il 62% delle persone tra i 18 e gli 84 anni ha giocato d’azzardo almeno una volta nella vita, il 43% lo ha fatto nel corso degli ultimi due anni, e il 21% gioca frequentemente.

La maggior parte delle persone che preferiscono il gioco online sono i giovani e si dedicano principalmente alle scommesse sportive (47%) su 22bet.it.com, tra le piattaforme più conosciute, e ad altri giochi di casinò virtuali, come roulette e dadi (28%) e slot machine/videolottery (25%).

Il 13% di questi giocatori, però, presenta caratteristiche di gioco potenzialmente a rischio. Questo significa che hanno giocato somme di denaro maggiori rispetto a quanto ne avevano a disposizione, che hanno chiesto prestiti di denaro o venduto qualcosa per coprire le spese di gioco.

Per questo motivo, le regioni temono la possibilità che il gambling possa rappresentare un pericolo per i giovani e che lavorare sulla tutela dei soggetti più vulnerabili sia una priorità. Ma anche impegnarsi per la crescita di consapevolezza del gioco da parte dei giocatori, promuovendo il gioco responsabile che tenga lontani dai disturbi ludopatici, oltre a monitorare e combattere il gioco illecito.

È così che si conferma l’importanza della compartecipazione, tenendo conto che le risorse da investire sono tante e bisogna puntare il più possibile sull’informazione.