Il saldo negativo delle imprese in Friuli.
Un mese nero come nemmeno negli anni della recente crisi economica. Questo ha vissuto ad aprile l’economia del Friuli Venezia, quando le aziende scomparse sono state più di quelle appena nate.
Un saldo negativo tra imprese iscritte e cancellate, ad aprile, non si era mai visto in Fvg nei Registri imprese delle Camere di Commercio, nemmeno andando a ritroso fino al 2009, fa notare la Camera di Commercio di Pordenone Udine. Invece, le più recenti rilevazioni del Centro studi della Cciaa di Pordenone-Udine segnano, ad aprile 2020, un -81 tra imprese iscritte e imprese cancellate in regione, in tutte le province, portando l’intero quadrimestre a un saldo negativo di -917. Nei primi quattro mesi del 2019 eravamo a -684, ma entrambi i mesi di marzo e aprile erano in saldo positivo.
“Va precisato – spiega il presidente dell’ente camerale Giovanni Da Pozzo – che il primo trimestre di ciascun anno è quello in cui vengono fisiologicamente registrati i saldi più negativi di imprese, soprattutto per motivi di contabilità, e questo certamente incide sul risultato complessivo. Però, poi, nei mesi successivi, di solito si comincia a risalire la china”. Invece, in questo 2020, va evidenziato “un dato, purtroppo atteso – commenta -, ma che adesso possiamo anche quantificare e di cui avevamo già avuto le prime avvisaglie a marzo, cioè il più marcato calo dell’iniziativa d’impresa. Solo a marzo, infatti, c’è stato un -25% di nuove imprese iscritte nei Registri delle nostre Camere in Fvg, rispetto a marzo 2019. Dato addirittura peggiorato ad aprile, dove pochissime sono le nuove imprese nate, addirittura un -72% rispetto ad aprile 2019, e superate di molto da quelle cessate. È indubbio che si tratti di un elemento in più a conferma del momento di forte difficoltà che sta vivendo il nostro sistema produttivo in seguito all’emergenza sanitaria, al blocco totale e prolungato di una parte importantissima della nostra economia e a un futuro che tuttora si manifesta quanto mai incerto, ma anche privo di strategie convincenti per stimolare e supportare le attività in proprio”.
Ad aprile 2020 le nuove imprese iscritte sono state 123, in Fvg, quasi doppiate dalle cessazioni, che sono state 204. A riprova della situazione negativa, ma anche di “congelamento” della vitalità economica, il confronto con aprile 2019, con 444 imprese iscritte e 351 cancellate, per un saldo positivo di 93 imprese. Già nel primo trimestre avevano cominciato a evidenziarsi i primi problemi. Mentre in passato il calo delle iscrizioni era nell’ordine del 2-3%, quest’anno tra gennaio e marzo si è registra un -12%. “È necessario dunque che si metta in pratica quanto prima – conclude il presidente Da Pozzo – una strategia in grado di ridare nuovo e forte impulso a un sistema che stava appena cominciando a uscire dalla lunghissima e pesante crisi economica, prima dell’emergenza Covid, e che adesso più che mai ha bisogno, pur con tutte le misure di sicurezza possibili, non solo di ripartire, ma di uno stimolo alla crescita assolutamente straordinario”.
Dando un’occhiata su scala territoriale, Gorizia paga dazio più di tutte ad aprile: il saldo tra iscrizioni (17) e cessazioni (72) è di 55 imprese in meno. Emorragia più contenuta a Pordenone (22 iscritte e 36 cancellate, con una perdita di 14 imprese), Trieste (20 contro 29, -9) e Udine, dove si sono iscritte 64 aziende e 67 si sono cancellate, con un saldo negativo di sole 3 unità. Il saldo, appunto, è di 81 realtà produttive in meno.
Dando un’occhiata al quadrimestre, in regione a fronte di 1.696 iscrizioni ci sono state 2.613 cessazioni, con una perdita di 917 imprese. Ad accusare particolare sofferenza è la provincia di Udine: a fronte di 748 iscrizioni si sono registrate ben 1.222 cessazioni. Il territorio, in sostanza, ha perso 474 imprese. Critico anche il quadro a Pordenone: 442 iscrizioni e 635 cessazioni, per un saldo negativo di 235 attività. Non se la passa bene neppure a Gorizia: a fronte di 164 new entry, si sono registrate 317 defezioni, con una perdita di 153 aziende sul territorio. A Trieste, infine, 342 le realtà iscritte contro le 397 cancellate: il totale dice -55.
Che aprile 2020 sia stato drammatico lo si vede anche guardando all’ultimo decennio. Impietoso, per esempio, il paragone con l’aprile 2010, quando si erano registrate 681 iscrizioni e 355 cessazioni, con un saldo positivo di ben 326 imprese. Ma basta guardare al 2019 per vedere quanto la realtà sia cambiata: dodici mesi fa a fronte di 444 iscrizioni si erano registrate 351 cessazioni. In pratica, si erano “aggiunge” 93 realtà produttive. Sembra passata davvero una vita, e forse è proprio così.