Crisi di Governo, gli imprenditori friulani: “L’incertezza non fa bene”

Crisi di governo, la preoccupazione degli imprenditori Fvg.

Giornata campale per il Governo, alle prese con la richiesta di fiducia al Senato, e mondo economico preoccupato. Il premier Giuseppe Conte si gioca il suo futuro. La prospettiva, infatti, sembra consegnare una visione a breve termine, accrescendo un quadro di incertezza che, dicono imprenditori e manager, “non fa bene all’economia”.

Ecco cosa pensano dell’attuale situazione alcuni dei principali protagonisti dell’economia friulana.

Paolo Fantoni, dell’omonimo colosso pensa che “una crisi di Governo non sia coerente con le problematiche emergenziali legate alla pandemia, sia in ambito salute pubblica che in ambito economico’.

Per Giovanni Tosolini, patron della nota distilleria “servirebbero imprenditori al Governo, persone che sanno cosa voglia dire rischio di impresa, allora forse le cose andrebbero meglio”.

Giovannino Bearzi, Ceo della Beng di Tolmezzo, creatrice di fari e fanali per le auto di lusso pensa invece che sia “inutile che ci giriamo intorno, al Governo abbiamo persone non preparate. Ero recentemente a Milano e ho visto la fila di persone costrette a rivolgersi alla Caritas. Mi domando se coloro che ci governano si rendono conto di quanto sta accadendo. Questa incertezza è devastante. Che prendano decisioni definitive e le mantengono, o se non sono in grado, è forse bene lasciare il posto a chi ha le competenze per farlo. C’è in gioco il nostro futuro. Non è uno scherzo”.

Giuseppe Varisco, noto commercialista di Gemona, figlio del compianto Salvatore Varisco, assessore alla Ricostruzione nel post terremoto del Friuli Venezia Giulia, pensa che “non esiste più una scuola politica di formazione, che educhi e formi le persone appunto ad amministrare e prendere decisioni per il bene comune. In questo momento, mi chiedo se sia meglio continuare con questa situazione che appare evidente non essere appropriata alla situazione, o cambiare le cose. Auspico serietà e non il solito gioco delle parti. Mi viene da ribadire il concetto della likecrazia piuttosto che della democrazia. La situazione è veramente drammatica per alcuni settori e ritengo che molte attività di tipo commerciale non riusciranno a sopravvivere.

Alessandro Liani, amministratore delegato di Videosystems di Udine  ritiene che “in questo momento, una crisi di Governo era l’ipotesi meno augurabile, ma va detto che operare con una situazione politica come l’attuale dove ognuno guarda al proprio tornaconto dal punto di vista elettorale è un vero problema. Quindi penso sia necessario cambiare passo in un’ottica di bene comune che in Italia risulta spesso difficile, sarebbe auspicabile una visione unica per il bene del Paese e del suo tessuto sociale. Penso sia finito il tempo di parlare di emergenza. Ora siamo entrati in quella che ritengo una nuova normalità che dobbiamo gestire e che avremmo dovuto, a livello politico, aver preso in mano già da mesi, ma così non è. Sono stati fatti errori e sprechi che ricadono sulla collettività tutta, sarebbe anche utile avere il coraggio di fare un’analisi su quanto fatto e rilevare i problemi per non commetterli in futuro. Sicuramente – conclude – è mancata una regia unica in grado di fare sintesi, si è andati avanti per mesi con visioni diverse ai vari livelli e questo si è trasformata in una babele di informazioni, direttive che hanno solamente creato confusione e mal gestione del problema”.