Crisi in Germania: il Friuli Venezia Giulia perde 720mila euro al giorno di export

Le conseguenze della crisi tedesca sull’export del Friuli Venezia Giulia.

Le esportazioni del Friuli Venezia Giulia verso la Germania stanno vivendo una pesante crisi, con una contrazione del 10,5% nei primi sei mesi del 2024, che si somma al calo del 14,2% registrato nel 2023: un colpo duro per l’economia regionale, particolarmente sentito nel settore della subfornitura per l’automotive.

Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato-Imprese Udine, basata su dati Istat, il Friuli Venezia Giulia ha perso circa 130 milioni di euro in valore di export verso la Germania nel primo semestre del 2024, pari a una perdita giornaliera di 720mila euro. A livello nazionale, il calo si attesta su 12 milioni di euro al giorno.

Le esportazioni regionali verso il mercato tedesco si concentrano principalmente in settori come siderurgia, macchinari, agroalimentare e gomma, e il loro calo ha un impatto significativo sulle piccole imprese. Si stima che almeno 130 aziende artigiane siano state colpite dalla crisi, con circa 400 lavoratori coinvolti. Il presidente di Confartigianato FVG, Graziano Tilatti, ha sottolineato che una delle aree più colpite è quella della subfornitura per l’automotive, settore che sta subendo forti pressioni dalla transizione green promossa dall’Unione Europea.

La ricerca di nuovi mercati e la pressione sull’UE

Tilatti ha evidenziato la necessità di trovare nuovi mercati per compensare le perdite, lodando l’impegno della Regione nell’internazionalizzazione delle imprese, confermato durante l’evento “Agenda Manifattura 2030”. “È fondamentale che le imprese trovino nuove opportunità all’estero – ha detto Tilatti -, puntando su strategie di insediamento stabile nei mercati emergenti, piuttosto che limitarsi alla partecipazione alle fiere internazionali, che comportano rischi come la copia delle idee”.

Tuttavia, il presidente di Confartigianato ha anche lanciato un appello all’Unione Europea affinché riveda la sua politica ambientale, che sta mettendo in difficoltà il settore dell’automotive e, di riflesso, la subfornitura regionale. “Senza un adeguamento delle regole, rischiamo di bloccare l’intero comparto produttivo e di congelare la ricerca, sia per i motori endotermici sia per quelli elettrici”, ha avvertito Tilatti, sottolineando il pericolo di una crisi che potrebbe colpire i pilastri dell’economia manifatturiera della regione, innescando un ciclo involutivo anziché evolutivo.