Le prospettive delle criptovalute nel futuro
La paura per un possibile rischio legato all’inflazione spinge al rialzo gli investimenti nelle criptovalute, portando Bitcoin a un nuovo record. La moneta digitale inventata dal fantomatico Satoshi Nakamoto, infatti, si sta avvicinando ai 46 mila euro, rendendo sempre meno irrealistiche le previsioni che vedono Bitcoin sopra quota 70 mila dollari entro il 2021.
Da un sondaggio interno condotto da Goldman Sachs, ormai il 40% dei clienti istituzionali della banca d’affari investe regolarmente in criptovalute, con previsioni degli operatori professionali su un possibile target tra 40 e 100 mila dollari entro il prossimo anno. Secondo gli esperti di Criptovalute24, sito web specializzato nelle guide online sul trading di criptovalute, questi asset offrono senza dubbio opportunità importanti, tuttavia è fondamentale partire dalla formazione professionale.
Per i professionisti del portale, prima di investire in settori non regolamentati è necessario acquisire competenze nell’analisi tecnica e fondamentale, nel money management e nella gestione del rischio. Inoltre, viene sottolineata l’importanza di conoscere bene queste tecnologie, i progetti che ci sono dietro le monete virtuali e tutto ciò che avviene nel mondo cripto, per essere in grado di investire in modo consapevole in accordo con le proprie capacità e il tipo di propensione al rischio che si è disposti ad accettare.
Perché il prezzo di mercato delle criptovalute continua a crescere?
Il rally di Bitcoin e delle principali criptovalute del settore, come Ethereum, Ripple, Binance Coin e Cardano, viene spiegato dagli analisti in modo piuttosto razionale. Innanzitutto molti investitori istituzionali sono entrati con posizioni sulle criptovalute nel 2020, mentre in passato l’ambiente professionale era rimasto piuttosto restio a questo genere di operazioni, un fenomeno limitato ai trader speculativi e agli investitori retail indipendenti.
Ovviamente, l’ingresso degli hedge fund è stato sostenuto dalle politiche monetarie espansive della Fed, con la banca centrale guidata da Jerome Powell che ha introdotto una sorta di QE strutturale, azzerando i tassi di interesse e aumentando in modo impressionante l’offerta monetaria. Di fatto, la strategia della Federal Reserve ha permesso agli investitori di ignorare i fattori di rischio, preferendo asset in grado di fornire rendimenti più elevati rispetto agli interessi minimi del mercato obbligazionario.
La pandemia di Covid-19 ha portato anche molti cittadini privati a incrementare i risparmi, infatti le numerose e lunghe restrizioni hanno causato danni economici per milioni di persone, tuttavia in tanti hanno avuto a disposizione maggiori fondi da dedicare agli investimenti. L’emergenza sanitaria ha ristretto il range delle opportunità alle criptovalute e al mercato azionario, causando il boom per lo S&P 500 e soprattutto il Nasdaq 100, ma anche per il comparto cripto.
Queste tendenze hanno spinto l’aumento delle attività di mining, inoltre gli exchange hanno cominciato ad accantonare enormi riserve di criptovalute, presagendo la possibilità di ottenere rendimenti elevati nel lungo periodo. In questo scenario bisogna poi inserire le decisioni prese da importanti aziende, con colossi internazionali del calibro di PayPal, Visa e MasterCard che hanno annunciato il supporto per i pagamenti cripto, oltre ai tweet di Elon Musk e alla decisione di investire con Tesla 1,5 miliardi di dollari in Bitcoin.
Le previsioni sul possibile futuro delle criptovalute
Basta dare un’occhiata su Google per trovare stime davvero diverse tra loro, più o meno attendibili, con analisti che indicano la possibilità imminente di una bolla su Bitcoin, mentre altri prevedono che la criptovaluta di Satoshi Nakamoto possa raggiungere una valutazione di mercato di oltre 1 milione di euro. Senza dubbio si fatica a trovare equilibrio nell’euforia cripto, ad ogni modo è possibile partire da alcuni presupposti per tentare di capire quali potrebbero essere gli scenari futuri per le criptovalute.
Prima di tutto l’effetto scarsità non coinvolge tutte le monete digitali, ma soltanto alcuni asset come Bitcoin, il cui funzionamento è caratterizzato da halving periodici. Un fattore importante riguarda la capacità delle varie tecnologie di offrire un reale valore aggiunto per la società, ad esempio come avviene per Ethereum con gli smart contract, oppure con Polkadot per l’integrazione delle varie blockchain in una rete interoperabile per le criptovalute e i token non fungibili.
Per il momento, l’aspetto speculativo rappresenta senz’altro un fenomeno esteso e difficile da prevedere, in quanto potrebbe far cambiare direzione ai prezzi in modo piuttosto repentino. In questo caso, però, è necessario monitorare con attenzione i dati macroeconomici, i rendimenti delle obbligazioni USA a lunga scadenza e l’inflazione, integrando nella propria analisi le strategie monetarie delle banche centrali. Lo stesso va fatto con i tentativi di regolamentazione, i quali potrebbero stravolgere il comparto cripto qualora i governi iniziassero a trasformare tutti questi asset in una sorta di versione 2.0 delle valute fiat.