La crescita dei costi si ripercuote sui clienti dei ristoranti.
Se da un lato si è ben percepito il malcontento generale dei ristoratori siano essi stagionali o aperti tutto l’anno, costretti ad aumentare i prezzi per poter sopravvivere, dall’ altra parte della facciata c’è chi proprio non ha digerito i rincari. Si parla degli avventori, dei clienti, dei consumatori che spesso non hanno trovato giustificazione ai prezzi riportati nei listini di ristoranti e pizzerie.
“Se l’anno scorso una frittura mista di pesce aveva un costo di circa 20 euro, quest’estate il prezzo è arrivato quasi al doppio“, racconta un avventore abituale di uno storico locale alle porte di Lignano Sabbiadoro. “Capisco che è tutto aumentato, però gli stipendi di un operaio medio, ad esempio, sono sempre gli stessi, quindi è diventato impossibile concedersi una serata al ristorante “, aggiunge.
Il problema sembra proprio essere questo. Una concatenazione di rincari, in alcuni casi forse troppo ostentati quasi a sembrare una speculazione, fanno sì che l’ingranaggio della domanda-offerta resti incagliato e non prosegua in maniera fluida come dovrebbe. I ristoratori hanno dovuto per forza di cose aumentare il prodotto finito, dopo che, a loro volta hanno subito rincari importanti sulle materie prime. Il consumatore medio, l’operaio che spesso percepisce uno stipendio che non va oltre i 1,200 euro mensili, si vede costretto a consultare in maniera particolarmente oculata il listino prezzi prima di ordinare le pietanze, per poi fare ricadere la scelta spesso sul piatto meno costoso.
Addirittura, in molti casi, c’è chi l’uscita al ristorante l’ha proprio depennata dal calendario, perché è diventato un ‘lusso’ che non si può più permettere. “Siamo una famiglia di quattro persone, da anni veniamo in vacanza a Lignano Sabbiadoro. Era nostra consuetudine, il sabato sera, portare i nostri figli, ora adolescenti, a mangiare le ‘linguine allo scoglio’, cavallo di battaglia di un rinomato ristorante del centro. Quest’anno, questa nostra abitudine si è tramutata nel prendere un buon gelato passeggiando lungo le vie del centro, dopo aver cenato a casa“, racconta una famiglia di turisti che fa tappa nella nostra località balneare da parecchi anni.
La maggior parte delle famiglie sta toccando il fondo. Ma non solo le loro. Anche chi vive da solo e deve fare fronte a tutte le spese che gravano unicamente sulle proprie spalle. Sempre più numerosi anche i ‘padri single’, che si sono ritrovati a dover fare fronte ad uscite economiche divenute, ad oggi, al di sopra della loro portata. “È bastato l’aumento delle bollette e degli alimenti per non riuscire più a fare quadrare i conti. Ogni tanto, il sabato, vado a prendere la pizza per far felici i miei figli e la mangiamo a casa. Quella che prima era un’abitudine, ora è diventata un’occasione speciale“, racconta Luca, separato, che cerca di non far mancare nulla ai suoi due figli di 5 e 10 anni. Per non parlare della fragile situazione dei pensionati, che spesso si ritrovano a dover scegliere se concedersi un pasto caldo e fare un po’ di spesa, oppure pagare l’ultima bolletta del gas. Una situazione che rasenta il collasso di un sistema che sta mettendo alla gogna tutti in maniera indistinta, un grido di allarme che proviene da più parti e che ci si augura venga al più presto ascoltato.