La crisi degli agriturismi in Fvg.
La crisi sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19 ha prodotto alcuni effetti negativi, nel 2020, sulle aziende agrituristiche del Friuli Venezia Giulia. Infatti, mentre in Italia il trend di crescita rimane positivo, nella nostra regione si assiste quanto meno a uno stop con 674 aziende attive, 2 in meno rispetto al 2019, come conferma il recente report dell’Istat. Ciò è dovuto alle 33 cessazioni che hanno superato di due unità le 31 nuove aperture.
“Una conseguenza probabile – spiega Philip Thurn Valsassina, presidente di Confagricoltura Fvg – al crollo del valore economico realizzato da queste attività agricole che in Italia è di poco superiore a 802 milioni di euro (-48,9 per cento rispetto al 2019 e -27 per cento rispetto al 2007). La crisi sanitaria ha quindi fortemente ridimensionato il valore economico del comparto il cui valore aggiunto incide per il 2,3 per cento su quello dell’intero settore agricolo (compresa silvicoltura e pesca). Va tuttavia sottolineato che in conseguenza del confinamento e delle limitazioni per il contenimento della pandemia, molti agriturismi sono rimasti chiusi e quelli autorizzati alla ristorazione hanno potuto solo offrire servizio di asporto“, è la conclusione del presidente dell’Organizzazione agricola regionale.
Difatti, rispetto al 2019 si registra una forte diminuzione del valore economico per tutte le ripartizioni geografiche e, in particolare, del 50,5 per cento nel Nord-est che risulta essere l’area più penalizzata anche per la forte riduzione del flusso di agrituristi provenienti dal centro Europa. Il valore medio della produzione per azienda (valore economico del settore diviso numero agriturismi) è di poco superiore a 32mila euro (63mila euro nel 2019) e sale a poco più di 41mila nel Nord-est. Rispetto al 2019 la contrazione più forte, in valore assoluto, è ancora una volta sopportata dalle strutture del Nord-est (-45 mila euro).
Dei complessivi 674 agriturismi regionali, 471 sono gestiti da maschi e 203 da femmine. La concentrazione maggiore si rileva in provincia di Udine, con 426 imprese attive. Seguono Gorizia (121), Pordenone (77) e Trieste (50).
In questi giorni di inizio 2022, causa il diffondersi dei contagi della variante Omicron, si registra un crollo delle presenze del Capodanno e delle prenotazioni per l’Epifania: da un -40 fino a un -90 per cento, in alcune province.