La potenzialità del vino friulano
“Se c’è una regione che può definirsi al top per i suoi vini bianchi è questa”. Parola di Riccardo Cotarella, presidente nazionale di Assoenologi, che qualche sera fa, ospite del Consorzio agrario Fvg e di Eurochem a Corno di Rosazzo, a Villa Nanchini Cabassi, non si è limitato a elogiare i grandi bianchi regionali, ma ai 150 produttori riuniti dal consorzio di Basiliano nell’ennesimo incontro formativo ha teso una sfida.
“Il Friuli Venezia Giulia produce una ricca gamma di ottimi bianchi, può fare un salto in più allungandone la vita, dando vita a vini in grado di invecchiare anche 10/15 anni. Se riuscirete a far questo allora avrete un portafoglio di prodotti ancor più ricco, capace di andare dai freschi ai vini d’annata fino a quelli da invecchiamento. Oggi, grazie alla scienza, all’approccio sempre meno empirico di chi lavora in vigna, si può fare”, ha detto. La sfida è dunque lanciata.
A Corno si è parlato dell’importanza della fertilizzazione dei terreni. Non fatta come un tempo, a occhio, ma con i nuovi metodi dell’agricoltura di precisione, forte di strumentazioni 4.0 capaci di restituire la composizione dei terreni, lo stato di salute delle piante, compreso quello dell’apparato radicale e definire quindi dove e quanto concimare, come ha spiegato un guru della viticoltura come il professore Attilio Scienza. “Dopo anni in cui la nutrizione era stata messa da parte, adesso le cose stanno cambiando. Abbiamo a che fare con un nuovo tipo di consumatore e con nuove condizioni climatiche che ci portano a prestare una crescente attenzione per il nostro mondo in termini di sostenibilità ambientale delle produzioni”, ha affermato.