Comunità Energetiche Rinnovabili, Lignano Sabbiadoro fa scuola in tutta Italia

Legacoop nazionale ha preso a modello il progetto reso possibile grazie alla cooperativa benefit Part-Energy di Udine

Legacoop nazionale prende il Comune di Lignano Sabbiadoro come modello per promuovere le Comunità Energetiche Rinnovabili. Dopo il convegno a metà giugno nella località friulana, infatti, l’associazione ha deciso di invitare il vicesindaco Manuel Massimiliano La Placa a illustrare il percorso sviluppato per la creazione della prima Comunità Energetica balneare d’Italia. Un progetto reso possibile grazie alla Cooperativa Benefit Part-Energy di Udine, associata a Legacoop Fvg, e al supporto della stessa associazione regionale che raccoglie le più grandi imprese cooperative del Friuli Venezia Giulia.

È così che il vicesindaco, accompagnato dal vicepresidente della cooperativa benefit Part-Energy, partner tecnico del Comune, Mauro Guarini, ha partecipato a un incontro, che si è svolto ieri pomeriggio presso la sede di Legacoop nazionale, cui ha partecipato anche Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, per illustrare l’iniziativa già diventata un caso di studio di riferimento in tutta Italia con un notevole impatto positivo sull’immagine della città friulana.

Lignano diventa un caso di studio di riferimento in tutta Italia

“L’attenzione per il nostro lavoro è molto elevata”, ha commentato il vicesindaco di Lignano Sabbiadoro, Manuel La Placa. “Il fatto di essere stati chiamati a presentare il nostro progetto a Roma lo conferma. Fin dal mio insediamento, ho portato in approvazione la delibera di indirizzo che proponeva l’istituzione della Comunità Energetica, che poi ci ha reso il primo Comune balneare italiano a raggiungere l’obiettivo. È poi seguito un lungo periodo di studio della materia con l’ufficio, sul piano giuridico e tecnico, per trovare la formula giusta. Abbiamo poi proceduto alla pubblicazione della manifestazione d’interesse, individuato in Part-Energy il partner tecnico e, dopo il voto positivo del Consiglio Comunale, abbiamo ottenuto il via libera della Corte dei Conti”.

“Adesso, con i primi cento soci aderenti, dobbiamo continuare a sviluppare ed espandere quanto realizzato spiegando alla popolazione i vantaggi e le incredibili opportunità offerti da questo strumento. Questo riconoscimento e questo primato sono un grande successo per la nostra città e riflettono a pieno lo spirito pionieristico tipicamente lignanese. Un ringraziamento speciale – ha poi concluso il vicesindaco – va a Legacoop nazionale, Legacoop Fvg e Legambiente per l’invito e il costante sostegno alla Comunità Energetica di Lignano”.

Creare un mercato diffuso di energia da fonti rinnovabili

“Le comunità energetiche rinnovabili -ha sottolineato il direttore di Legacoop, Gianluigi Granero– rappresentano un’opportunità per creare un mercato diffuso della produzione e distribuzione di energia da fonti rinnovabili. Per renderla concreta è, però, indispensabile trovare le forme più idonee per rendere persone e comunità protagoniste di questo processo di trasformazione. Da questo punto di vista riteniamo che il modello cooperativo sia il più idoneo per la gestione delle CER sia dal punto di vista economico che imprenditoriale. Inoltre, la forma cooperativa è sicuramente quella più adatta per consentire alla CER di avere impianti di proprietà che garantiscono ulteriore stabilità economica e, insieme, alimentano il senso di partecipazione attiva dei soci alla loro comunità. Per questo motivo abbiamo deciso di lanciare il progetto Respira.coop che supporta i soggetti interessati alla costituzione di una comunità energetica per gli aspetti amministrativi legati alla gestione e per quelli di natura finanziaria relativi all’acquisto degli impianti”.

Cosa sono le comunità energetiche rinnovabili

“Le Comunità Energetiche sono un nuovo modello diffuso e democratico per diffondere le rinnovabili e uscire dai monopoli Energetici”, ha evidenziato la responsabile nazionale piccoli comuni e progetto BeCome di Legambiente, Alessandra Bonfanti. “Una grandissima sfida per territori e comunità che Legambiente sta accompagnando con tanti alleati della transizione energetica come Legacoop. Insieme con il progetto BeComE dedicato ai comuni sotto i 5000 abitanti che possono accedere con non poca fatica al fondo del PNRR, cerchiamo di creare reti e sostegno ai tanti cantieri in corso che vogliono costruire modelli nuovi e innovativi e spesso scelgono come migliore soluzione il modello cooperativo”.

Una comunità energetica è un’associazione tra cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali e piccole-medie imprese che decidono di unire le proprie forze con l’obiettivo di produrre, scambiare e consumare energia da fonti rinnovabili su scala locale, quindi per l’autoconsumo.

L’interesse per le Cer, che il modello cooperativo interpreta in modo ottimale, sta attirando l’attenzione di molti comuni del Friuli Venezia Giulia, come dimostra anche il recente accordo sottoscritto da Anci Fvg e Legacoop Fvg.

Protocollo d’intesa tra Legacoop Fvg e Anci Fvg

“Le comunità energetiche – ha spiegato la presidente di Legacoop Fvg, Michela Vogrig – sono un’opportunità che dobbiamo saper cogliere a favore di famiglie e imprese ma soprattutto per le comunità che abitiamo. Siamo orgogliosi che l’esperienza regionale sia diventata un punto di riferimento nazionale, grazie alla sfida che sin dall’inizio abbiamo condiviso con la cooperativa Part-Energy. Un percorso che di recente, con la sottoscrizione del protocollo d’intesa tra Legacoop Fvg e Anci Fvg, ha consolidato un’importante alleanza che ci vedrà impegnati nei prossimi mesi su un tema strategico per il prossimo futuro come quello delle energie rinnovabili valorizzando il modello cooperativo. Parlare di crisi climatica, di capacità di diventare sostenibili, cambiando anche un po’ la cultura d’impresa, sono obiettivi non facili da realizzare. E se questo cambiamento nasce dal basso, dalla comunità, che rappresenta l’elemento costitutivo proprio delle imprese cooperative, allora questo percorso ci consente di fare quello che è nel nostro dna”.