I commercialisti del Friuli a confronto su come aiutare le imprese

Trovare soluzioni per la crisi economica.

In questo momento di emergenza il nostro Paese si trova a dover affrontare una altrettanto grave emergenza economica e finanziaria. Nelle ultime due settimane ha coinvolto anche le imprese che non hanno rapporti diretti con il consumatore finale. Non è lontano il momento in cui anche le filiere essenziali rientreranno in questo gruppo data la crisi di liquidità dell’intero sistema.

Il cosiddetto liquidity crunch avrà come effetto il posporre o congelare i pagamenti ai fornitori, l’utilizzo della Cassa integrazione, per arrivare al ridurre il proprio organico per far fronte ad una domanda decisamente ridotta rispetto alle previsioni. Molte aziende saranno costrette a ristrutturare o cessare l’attività, generando un livello di disoccupazione incontrollabile.

“Tutti devono – afferma Anna Mareschi Danieli, presidente di Confindustria Udine – essere corresponsabili nello sforzo per mantenere vivo il nostro tessuto produttivo”.

“Gli istituti di credito sono chiamati a fare la loro parte – osserva Alberto-Maria Camilotti presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Udine – concedendo alle imprese nuove linee di credito o moratorie rispetto ai finanziamenti/leasing in essere e assicurando una certa rapidità nell’iter autorizzativo. In questo contesto – prosegue Camilotti – il commercialista gioca un ruolo fondamentale perché, soprattutto in quelle realtà imprenditoriali medio-piccole può intervenire grazie alle sue competenze professionali e alla conoscenza del cliente con un’ottica che, in molti casi, è più obiettiva rispetto a quella dell’imprenditore stesso”.

“In questi giorni – aggiunge Camilotti – c’è stato un serrato confronto fra Confindustria Udine e l’Ordine per pensare e suggerire proposte operative che vadano in due direzioni: una legata al mondo del credito e del sostentamento della liquidità delle imprese, l’altra che abbia un risvolto legato al mondo delle imposte”.

“ Si dovrebbe – sottolinea Mareschi Danieli – prevedere la creazione di un sistema “impresa/banca di relazione” che attraverso l’istruzione di pagamento delle fatture passive da parte dell’impresa, permetta alla stessa di cedere i propri crediti pro-soluto, del mese preso in considerazione, alla banca di relazione, che a tutti gli effetti diventerà il nuovo creditore”. Le fatture in questione sarebbero quelle dalla data di entrata in vigore del decreto alla data del provvedimento che annuncerà la fine dello stato di emergenza”.