I 5 filoni per usare in Fvg i fondi del Recovery Plan europeo.
Cinque canali di intervento sui quali far decollare il territorio nei prossimi anni grazie ai fondi europei. È su questa direzione che il tavolo di lavoro regionale per la terza ripartenza del Friuli Venezia Giulia, che ha mosso i suoi primi passi. Si lavora per il programma relativo al Recovery Plan che vedrà protagonista anche il nostro territorio, con il Fvg che ha elaborato “una bozza di piano di ampio respiro”, come l’ha definita il governatore Massimiliano Fedriga.
Le proposte regionali per il Pnrr, come illustrato dall’assessore alle Finanze Barbara Zilli, sono spalmabili all’interno di 5 contenitori strategici (digitalizzazione, intermodalità per lo sviluppo economico, Green deal e sistemi produttivi, clima, salute) “e dovranno avere un’attenzione ai criteri di valorizzazione della posizione geografica del Friuli Venezia Giulia, delle nostre peculiarità in termini di portualità e ricerca, di infrastrutture e di equilibro fra i territori”. Fra le proposte nella missione relativa alla digitalizzazione, all’innovazione, alla competitività e cultura, la cui dotazione è di 46,29Mld, è inserito il progetto di rigenerazione urbana di Porto vecchio a Trieste.
Altre idee riguardano l’e-commerce, la diffusione dei vantaggi derivanti dai data center, l’attrattiva turistica oltre al completamento della digitalizzazione del patrimonio culturale regionale. Previsti nel Piano come uno dei possibili punti di partenza per l’installazione di stazioni di rifornimento per i camion a celle combustibili il tratto autostradale A22 Modena-Brennero e corridoio Ovest Torino-Trieste, la realizzazione della ciclovia Lignano Sabbiadoro-Venezia per 150 km e il completamento delle reti ciclabili. Il 75% delle risorse deve essere impegnato entro il 2022, il 30% entro il 2023, inoltre gli Stati devono orientare le proposte di investimenti in modo da destinare almeno una quota del 37% a favore della neutralità climatica e per il 20% a favore della transizione digitale.
Altre linee guida spaziano dal puntare sull’idrogeno come fonte di energia alternativa, anche in termini di ricerca, per attrarre importanti investimenti internazionali allo sviluppo degli interporti, per fare del Friuli Venezia Giulia una grande piattaforma logistica a servizio dell’area portuale di Trieste e Monfalcone. Infine, è in agenda anche il potenziamento della rete infrastrutturale per rendere resilienti le località più piccole ed esposte al pericolo dell’isolamento.
Tra le proposte messe sul piatto durante il tavolo, quella del presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, che si è concentrato su “un settore manifatturiero 4.0 capace di trasformare i beni che transiteranno dall’area portuale giuliana e ipotizzando una transizione digitale che punti sul decongestionamento delle grandi città”. “Le risorse messe in campo sono importanti – ha aggiunto-, dobbiamo continuare con il lavoro di sensibilizzazione dei portatori di interesse ma va rilevato che, ad oggi, non vi è contezza della cornice nella quale la nostra Regione potrà muoversi. Proseguiamo con il lavoro di raccolta che è ambizioso anche nella parte finanziaria, a dicembre avevamo un complesso di progettualità di oltre 11 miliardi di euro oggi siamo sopra i 13 miliardi fra progetti delle autonomie locali e regionali”.
Il dibattito sul tema è stato articolato. Sergio Bolzonello, esponente del Pd, ha auspicato l’individuazione “di 2-3 macro temi, per poi decidere come applicarli e dove destinare la parte principale delle risorse“. Il forzista Giuseppe Nicoli ha invece parlato di “occasione importante in un quadro generale che può affermare il ruolo di una regione che ben si inserisce nell’Europa in grado di valorizzare le singole peculiarità. Un’opportunità per ribadire le potenzialità del Fvg, soprattutto su elementi strategici come le infrastrutture”. Claudio Giacomelli (FdI) ha definito fondamentare “la possibilità di delineare una modalità pratica di lavoro: noi siamo pronti a lanciare idee su cui confrontarci”.
Secondo Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l’Autonomia “è necessario tener conto di almeno due elementi: da una parte, la visione di un Friuli Venezia Giulia prioritariamente piattaforma logistica è superata, rischia di portare più esternalità negative che benefici alla nostra terra; dall’altra, è indispensabile mantenere un equilibrio fra i territori della regione, che rischia di essere compromesso”.
“Abbiamo chiesto di non focalizzare le risorse a disposizione su grandi sogni che rischiano di essere irrealizzabili, tanto più nei tempi previsti dal Pnrr – è il parere di Cristian Sergo, capogruppo M5S -. Introdurre qui opere per le quali ci vogliono decine di anni e che non potrebbero essere rendicontate nei tempi richiesti sarebbe un errore gravissimo. Dobbiamo investire risorse in progetti cantierabili in tempi brevi, se non già progettati e autorizzati, altrimenti rischiamo di perderle. Questo le generazioni future non ce lo perdonerebbero”.