Cna Nordest chiede un intervento legislativo al Governo.
Responsabilità dei datori di lavoro nel caso in cui un dipendente contragga il coronavirus e difficoltà di acceso al creditoper le aziende meno strutturate. Sono le due spade di Damocle pesantissime per la ripartenza delle aziende del Nordest, in particolare le micro, piccole e medie imprese. A lanciare l’allarme è la Cna Nordest, i cui vertici si sono riuniti in videoconferenza per un confronto sui tempi e sulle modalità della ripartenza.
Cna Nordest chiede al Governo, unitamente a Cna Nazionale, un intervento legislativo che consenta alle imprese di lavorare nel rispetto delle regole e senza temere un’attribuzione di responsabilità non dovuta.
“Le attività economiche non possono riprendere serenamente – ha affermato Nello Coppeto, presidente di Cna Friuli Venezia Giulia–. Si lascia artigiani e imprenditori nello stato di incertezza giuridica creato dal riconoscimento del contagio come infortunio sul lavoro anche per ambienti di lavoro non sanitari, in base all’articolo 42 del decreto Cura Italia”.
Sul tema dell’accesso al credito, le tre Cna del Nordest hanno verificato le difficoltà, in tutti i territori, di ottenere credito dalle banche, soprattutto per le piccole e medie imprese meno strutturate e per quelle con i conti non in linea con i parametri bancari di valutazione. “Di fronte ad una pandemia che danneggia l’economia – concludono i presidenti delle Cna del Nordest – è necessario che le Regioni e le Province Autonome potenzino i fondi di dotazione e rafforzino i ruoli dei consorzi di garanzia. È altresì indispensabile che gli istituti di credito utilizzino maggior flessibilità nella valutazione delle imprese, tenendo conto dell’impatto del lock-down sui fatturati e della minor redditività e produttività che provocheranno le riaperture con forti limitazioni”.