L’allarme di Fipe Confcommercio dopo le decisioni del governo.
Confcommercio Fipe nazionale parla di “cronaca di una morte annunciata“. È il commento, sofferto, su due settimane di chiusura imposte dal decreto varato dal governo, in un periodo che pesa per il 20% sul fatturato di un intero anno. Con la conseguenza di migliaia di impresa a rischio cessazione, definitiva, anche in Friulia Venezia Giulia. “Le categorie dei pubblici esercizi e della ristorazione si ritrovano ancora una volta spiazzate da decisioni nazionali che vengono prese all’ultimo minuto – dichiara il consigliere nazionale e presidente provinciale di Udine di Confcommercio Fipe, Antonio Dalla Mora -, quando più di un imprenditore aveva già raccolto le prenotazioni per il pranzo di Natale e acquistato pure una parte della merce per realizzarlo“.
Il provvedimento comunicato dal presidente del Consiglio, “fuori tempo massimo – dice ancora Dalla Mora – è sconcertante per la confusione dei contenuti e per il fatto che una volta ancora penalizza le stesse categorie già massacrate a partire dal mese di marzo. Ed è pure uno scaricare su di noi le responsabilità di un fallimento nel contenimento del contagio. Ma ci sentiamo pure nel mirino per il fatto che i promessi ristori non possono tenere conto del fatto che le occasioni delle Feste sono per noi un fattore determinante nel fatturato annuale e non vediamo alcuna garanzia di poter recuperare quanto inevitabilmente andrà perduto. L’effetto economico di questa pandemia, fermo restando che il primo obiettivo è tutelare la salute delle persone, sarà di perdere migliaia di imprese che all’inizio del prossimo anno non avranno più la forza per riaprire, per ripartire, per credere in un progetto imprenditoriale”.