Gli effetti dell’aumento dei tassi dei mutui sulle famiglie del Friuli Venezia Giulia.
L’Osservatorio del Movimento Difesa del Cittadino FVG, analizzando la situazione della Regione Friuli Venezia Giulia, ha rilevato che il 48,4% della popolazione maggiorenne ha debiti attivi, sia mutui che prestiti, e il 27,8% di questa fetta ha un mutuo. Su questa platea incide questa impennata dei tassi, con il sesto aumento consecutivo deciso dalla Banca centrale europea dal 3,0% al 3,5%, con effetto dal 22 marzo 2023.
Una decisione che ha effetto sui diversi tassi di interesse presi a riferimento, che sono l’Irs per i mutui a tasso fisso – per chi li aveva già stipulati, non sussistono particolari problemi, erano meno convenienti di quelli a tasso variabile – e l’Euribor per il variabile, e qui sta il problema. Il Resp.le settore Risparmio MDC FVG, Agostino Atzori, sottolinea che, molti dei sottoscrittori sono assolutamente impanicati. “E l’aumento della rata è destinato a continuare perché la BCE è intenzionata a proseguire questa linea di stretta”, spiega.
Tasso variabile: una famiglia su 5 in difficoltà.
Gli aumenti medi, per chi ha un mutuo a tasso variabile, secondo l’Osservatorio MDC FVG nell’ultimo anno sono stati tra i 200 e i 250 euro con ripercussioni sulle Famiglie comprese tra i +2.450 e + 3.150 euro all’anno. E non è certo casuale se, nell’ultimo anno, ben 1 famiglia su 5 con un mutuo a tasso variabile ha dichiarato difficoltà nel pagamento delle rate.
Negli ultimi giorni l’Euribor, indice di riferimento dei mutui a tasso variabile, si è attestato attorno al 2,62% per quello a 1 mese, 2,82% quello a 3 mesi: se l’aumento deciso dalla Bce dovesse essere traslato interamente sul mercato, l’Euribor salirebbe a quota 3,12% (quello a 1 mese), 3,32% quello a 3 mesi.
La surroga con un’altra banca.
“Bisogna intervenire – sostiene Serafino Ottaviano Colosimo, Resp.le del settore Banca e Finanza MDC FVG, fondamentale non saltare rate ed agire subito in caso di difficoltà: rispetto ad un ulteriore aumento di ca. 30/40 euro a rata, bisogna sfruttate la concorrenza e correre a cercare soluzioni alternative e condizioni migliori con la surroga tra Banche“. Ciò permette, invece, di trasferire entro 30 giorni lavorativi il proprio mutuo ad altra banca a migliori condizioni, senza alcun costo (l’istituto di credito subentrante non può applicare spese per commissioni, istruttoria della pratica, perizia, accertamenti catastali, notaio o altro, sola eccezione l’importo della tassa per l’iscrizione della surroga del mutuo nei registri immobiliari di 35 euro, nonché la polizza assicurativa che può essere trasferita senza alcuna spesa, a discrezione del contraente).
Valutare la rinegoziazione.
Un’altra soluzione proposta sportelli territoriali è quella di valutare la rinegoziazione con la propria Banca, è un diritto anche se l’Istituto di credito può rifiutare, passando dal variabile al fisso, o con un “cap” che garantisce il Risparmiatore. Poi c’è la possibilità grazie a una norma del 2012 ripresa in ultima Finanziaria con “rinegoziazione di Stato” fino al 31 dicembre 2023, soggetta ad alcune condizioni: mutuo a tasso variabile per tutta la sua durata, stipulato prima del primo gennaio, capitale non superiore a 200 mila euro per la prima casa e Isee non superiore a 35 mila euro. Condizioni però che rischiano di tagliare fuori tante coppie, che possono finire in un incubo di rate che aumentano costantemente.
La sostituzione.
Infine esiste la sostituzione, ossia chiedendo alla propria banca un importo maggiore rispetto al mutuo residuo (il vecchio viene estinto e se ne sottoscrive uno ex-novo e di importo diverso) che prevede l’accollo delle spese di rito: oneri notarili, imposte, spese di istruttoria, perizie e polizze assicurative. Se il mutuo originario è anteriore a febbraio 2007, è opportuno valutare tutti i costi in quanto, in caso di sostituzione, va pagata anche una penale di estinzione anticipata, il cui ammontare varia dall’1 al 3% rispetto all’importo del mutuo. Per evitare il rischio di scivolare in stato di sovraindebitamento, è preferibile chiedere la surroga del mutuo a cui aggiungere un prestito per ottenere liquidità aggiuntiva.
Oggi 7 su 10 scelgono il tasso fisso.
“In un anno la rata media col tasso variabile è passata da 455 a 635 euro – spiega il presidente di MDC FVG, Raimondo Gabriele Englaro – . Oggi circa sette nuovi sottoscrittori su dieci scelgono il fisso benchè paradossalmente l’Eurirs, indice dei tassi fissi, sia comunque ai massimi degli ultimi nove anni. Andamento è del tutto anomalo rispetto alla norma, in cui un mutuo a tasso fisso costa di più di quello a tasso variabile perché col fisso, di fatto, si sta pagando una sorta di assicurazione contro il rischio di impennata dei tassi, proprio come sta avvenendo oggi”.
Cercando alcuni preventivi oggi online, comunque, un mutuo da 150 mila euro della durata di 25 anni a tasso fisso porta a una rata mensile dai 735 agli 800 euro circa, con il variabile si riesce a partire anche dai 717 ma il rischio è di ulteriori salite. “Il consiglio è sempre di agire con grande calma e prudenza, non sull’onda della fretta, non è mai il metodo più corretto, valutando diversi Istituti bancari prima di scegliere un mutuo e di controllare tutti i costi accessori nel prospetto informativo, non limitarsi a guardare i tassi“, spiega Englaro.
L’indebitamento in Friuli Venezia Giulia.
L’indebitamento medio in Friuli Venezia Giulia si attesta a 36.218 euro. “Siamo preoccupati stiamo avendo la percezione di un problema sempre maggiore”, continua l’associazione.
Consiglio secco? È una situazione molto critica per i budget familiari. Le Famiglie devono correre a vedere cosa fare per mettere un tetto all’aumento, che continuerà a esserci!.
A marzo sarà l’ultimo? Non siamo così fiduciosi, inflazione europea è ancora molto alta, non ci sono segni di raffreddamento come per gli Usa. Sul fronte della riduzione del debito portiamo avanti l’assistenza con gli Sportelli SOS Debiti presenti in tutte le 4 Province del F.V.G. ed in breve con il Progetto “Alpha debt”.