L’analisi dei commercialisti di Udine sulle procedure concorsuali.
Aumentano, seppur di poco, i fallimenti in Friuli Venezia Giulia. A scattare la fotografia l’ordine dei dottori commercialisti di Udine che ha analizzato le procedure concorsuali, fallimenti e concordati, del 2020 in tutta la regione.
Tra le province del Friuli Venezia Giulia è Udine, con i suoi 68 fallimenti dichiarati nel 2020, al primo posto per numero di procedure, seguita da Pordenone con 34 fallimenti, Trieste con 16 e Gorizia con 11 procedure aperte. Stesse posizioni sul fronte dei concordati con 12 procedure aperte a Udine, 4 a Pordenone, 5 a Trieste.
Sul fronte della crisi di impresa con focus sull’ex provincia friulana si registra tra il 2019 e il 2020 un trend costante con 68 procedure di fallimento nel 2020 a fronte delle 63 del 2019, stessa situazione per i concordati che erano 11 nel 2019 e sono stati 12 nel 2020. Tra il 2018 e il 2019 i concordati erano lievemente in salita da 8 a 11, mentre i fallimenti erano costanti dai 61 del 2018 ai 63 del 2019.
Si tratta di dati in linea tendenziale con quelli del Friuli Venezia Giulia dove tra il 2019 e il 2020 i fallimenti sono aumentati del 3%, passando dai 125 del 2019 ai 129 del 2020, mentre i concordati sono diminuiti a livello regionale del 18%, passando dai circa 27 del 2019 ai 22 del 2020. (Fonte: Portalecreditori.it).
“Le normative emergenziali per gestire la situazione economica durante l’epidemia Covid-19 – osserva Alberto-Maria Camilotti presidente dell’ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Udine – hanno attenuato l’impatto della crisi sui bilanci delle imprese e, di conseguenza, rallentato, l’apertura di nuove procedure concorsuali. Si tratta di una situazione in evoluzione per cui, via via che l’impatto di queste normative emergenziali si affievolirà, ci aspettiamo un aumento dei concordati e delle procedure di insolvenza, anche in relazione all’entrata in vigore del Codice della Crisi di impresa, posticipata al 1 settembre 2021. La nuova normativa sulla crisi di impresa, infatti, prevede il monitoraggio continuo di una serie di parametri vitali per garantire la continuità dell’impresa e la capacità della stessa di onorare le proprie obbligazioni con i creditori, con una previsione di almeno 6 mesi”.