Danni per oltre 30 miliardi.
Leggermente inferiore al dato nazionale (30,5%), la percentuale dei consumatori del nordest che acquistano prodotti contraffatti è pari al 27,2%. I prodotti contraffatti maggiormente acquistati dai consumatori di quest’area sono abbigliamento (56%), alimentari (40,7%) e orologi, gioielli e occhiali (33,8%), mentre sul web hanno dati più alti della media italiana i biglietti piratati (+20%), scarpe e calzature (+10%), i profumi (+2,4%).
Sono questi i risultati che emergono in occasione della giornata di Confcommercio “Legalità, ci piace!”, un’iniziativa di analisi, denuncia e sensibilizzazione sulle conseguenze dei fenomeni criminali per l’economia reale e per le imprese. “Un appuntamento che promuove la cultura del rispetto delle regole sul mercato – commenta il presidente regionale di Confcommercio Giovanni Da Pozzo –. Contraffazione, abusivismo, pirateria, estorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, furti, rapine, taccheggio, corruzione alterano la concorrenza, comportano la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti”.
Si tratta di fenomeni, seppure in misura inferiore rispetto ad altre regioni, che danneggiano anche le imprese del Friuli, in un contesto italiano in cui la stima dell’ufficio studi di Confcommercio, che ha realizzato l’indagine in collaborazione con Format research, è di un costo complessivo per le imprese di oltre 30 miliardi di fatturato. Per la maggior parte dei consumatori del nordest, l’acquisto di prodotti o servizi illegali è sostanzialmente legato alla possibilità di “fare un buon affare” (67% la percentuale è in linea con il dato nazionale del 68%) e per motivazioni di natura economica (63% contro il 70% del dato Italia).
Superiore al dato nazionale la percentuale dei consumatori nordestini che ritengono rischioso acquistare prodotti illegali (97% rispetto al 91,4% dell’Italia). Il 63,4% di essi è informato sul rischio di incorrere in sanzioni amministrative in caso di acquisto di prodotti contraffatti. Il consumatore “illegale”è in prevalenza donna (58,0%), dai 35 anni in su, ha un livello d’istruzione medio (per il 66,3%), è soprattutto impiegato, pensionato o operaio (per il 72,3%).
Tra i fenomeni criminali percepiti maggiormente in aumento dalle imprese del terziario del nordest l’abusivismo (31%, leggermente inferiore al dato nazionale del 34%), i furti per il 27,7% (in linea con il dato Italia del 29%) e la contraffazione (25%, decisamente più basso del dato nazionale del 34,8%). Il 62,4% delle imprese si ritiene danneggiato dall’azione dell’illegalità, percentuale leggermente inferiore rispetto al dato nazionale (66,7%).
La concorrenza sleale (67%, leggermente superiore al dato Italia) e la riduzione dei ricavi (44,4%, leggermente superiore al dato nazionale) sono gli effetti ritenuti più dannosi. Il 55,5% delle imprese del commercio al dettaglio dell’area è stato vittima almeno una volta in passato di un episodio di taccheggio. La percentuale è inferiore al dato nazionale del 69,3%.
Le imprese che lamentano un aumento del fenomeno del taccheggio sono il 21%, dato poco più basso della media nazionale del 24,1%. Il 50,5% degli esercizi commerciali si è dotato di misure anti-taccheggio (il dato è leggermente inferiore rispetto alla media nazionale del 55,8%), di cui il 44% di dispositivi anti-taccheggio e il 28% in formazione del personale.