Il progetto al vaglio del governatore Fedriga.
L’aeroporto è chiuso da due settimane e i maligni hanno subito ironizzato dicendo: “Non si vede neppure la differenza”. Già, perchè lo scalo di Ronchi dei Legionari non ha mai avuto una vita felice. E nemmeno la ristrutturazione promossa dall’amministrazione regionale targata Serrachiani, con tanto di treno che arriva al di là della strada, è servita a rivitalizzare gli arrivi e le partenze.
Un cruccio per la Regione e su cui pesa la grossa incognita del futuro, legata alle strategie di Alitalia e ai collegamenti con Milano e Roma. Eppure, disporre di un aeroporto quasi baricentro per il territorio doveva rappresentare un grosso volano per il turismo, tanto per quello estivo, di Lignano e Grado, quanto per quello invernale, con i comprensori dello Zoncolan e di Piancavallo.
Un progetto che non è riuscito, però, mai ad incantare davvero le compagnie aeree al punto che il governatore Massiliano Fedriga sta valutando seriamente la proposta di compartecipazione al progetto presentata, nelle scorse settimane, da alcuni imprenditore friulani. L’idea è quella di creare un vettore regionale, su modello di Air Dolomiti, per servire direttamente le principali destinazioni.
C’è già una proposta di nome, Air Friuli, che ha fatto storcere, però, il naso ai triestini più duri. Ma la sostanza non cambia. Occorrono tra gli 80 e i 110 milioni per partire e alla Regione è stata chiesta una compartecipazione a due cifre. Insomma, un progetto più che concreto, se non fosse tutto un Pesce d’Aprile.