I settori in Fvg che non sono riusciti a ripartire dopo il lockdown.
Per qualcuno, il lockdown non è ancora finito. Sono molteplici i settori in Friuli Venezia Giulia che, ancora oggi, non sono riusciti a ripartire. Vuoi perché il mercato langue, o perché si tratta di figure professionali legate ad ambiti specifici. Alcuni comparti non hanno ritrovato slancio dopo la prima fase dell’emergenza coronavirus, dai tour operator alle agenzie di viaggio, per citare due esempi.
“È vero – ammette Giovanni Da Pozzo, presidente della Camera di commercio di Pordenone Udine e di Confcommercio Fvg -, qualche settore è ancora al palo. Parlo di alcune componenti della filiera turistica, così come del settore alberghiero e dei trasporti. Senza dimenticare una parte del commercio, abbigliamento e fashion in particolare”. Sono riusciti a ripartire, invece, alcuni comparti del manifatturiero e dell’ospitalità, con la ricettività che dopo un inizio difficile ha mostrato buoni numeri soprattutto in montagna, ma anche al mare.
E per il futuro, quali previsioni? “La speranza positiva c’è, però molto dipende dall’evolversi della situazione sanitaria – chiarisce Da Pozzo -. Il Fvg è un’isola felice, ma va monitorato cosa accadrà su scala internazionale. Da Paesi importanti come Francia e la Spagna arrivano notizie non delle migliori. Il mercato Usa non è inaccessibile, ma comunque complicato. Finché non ci sarà un percorso risolutivo sotto l’aspetto sanitario, la ripartenza sarà a macchia di leopardo”.
Da Pozzo rivolge un messaggio agli imprenditori. “Le misure di sostegno ci sono, ma chi fa imprese deve essere aiutato e sostenuto. I soldi del recovery fund e i fondi europei importanti, ma devono essere spesi bene. Gli imprenditori – aggiunge il presidente – hanno voglia di fare e fiducia nel Dna, ma una cosa del genere mai successa. Tutti i Paesi sono in difficoltà, anche per quanto attiene alla finanza pubblica. C’è un forte indebitamento degli Stati, un fardello che rischiamo di lasciare alle prossime generazioni”. Ma quando si uscirà da questa situazione? “Se il vaccino sarà pronto a cavallo tra fine 2020 e inizio 2021, e dimostrerà di essere efficace allora i tempi per la ripartenza – conclude Da Pozzo – saranno veloci”.