La proposta di un’unica opera viaria e di laminazione non convince
Continuano le polemiche sulla messa in sicurezza del fiume Tagliamento a Dignano. La Giunta regionale, infatti, ha approvato la proposta di un’unica opera, che unisca la traversa laminante con luci mobili a paratoie piane e un nuovo ponte viario, in grado di superare gli attuali limiti imposti dalla vecchia struttura.
La proposta è stata presentata dagli assessori regionali alla Difesa dell’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile, Fabio Scoccimarro, e alle Infrastrutture e Territorio, Cristina Amirante. “La soluzione prospettata consentirebbe di contemperare le esigenze di pubblica incolumità e di sicurezza idraulica previsti dal Pgra – specificano gli assessori – e, al contempo, di completare l’assetto viario già realizzato con la variante in Comune di Dignano e in corso di realizzazione con la bretella di Barbeano in Comune di Spilimbergo“.
Sì al confronto, ma senza strumentalizzazioni
“Il documento, approvato con delibera 530 dell’11 aprile 2024, ha consentito un primo approfondimento ed evidenziato alcune criticità che la realizzazione della traversa laminante potrebbe comportare, considerata anche la prossimità con il ponte esistente” aggiungono Amirante e Scoccimarro. “Da queste prime evidenze, sono state avviate una serie d’interlocuzioni tra la Direzione centrale Difesa dell’ambiente energia e sviluppo sostenibile, la Direzione Infrastrutture e territorio, la società Fvg Strade e la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia”.
“Il confronto con i territori e i sindaci è fondamentale, ma – chiude Scoccimarro – le opere definite assieme al viceministro Vannia Gava, alla Regione Veneto e all’Autorità di bacino distrettuale (competente per la pianificazione strategica per la mitigazione del rischio idraulico del bacino idrografico, ndr) sono frutto di analisi e studi tecnici e scientifici. Non è più accettabile ogni forma di strumentalizzazione volta a ingannare i cittadini per un mero e marginale consenso di voti; al contrario, è bene assumersi la responsabilità di un’opera giusta per amore del Friuli e della sua gente”.
Opposizioni all’attacco: serve un progetto condiviso
“I balletti della Giunta sul progetto di traversa laminante adiacente al ponte di Dignano devono avere una fine e, soprattutto, quel progetto va chiarito e discusso nelle sedi opportune: è necessario ascoltare tutti, ma anche valutare possibili percorsi alternativi e questo va fatto preliminarmente nella commissione competente”, commenta il consigliere regionale del Partito democratico Andrea Carli.
“Lo scorso 13 maggio – ricorda Carli – abbiamo rivolto la prima richiesta di audizione, tuttora senza una risposta. Stiamo ancora aspettando e rivendichiamo la necessità di condivisione, come fatto su altre questioni legate ai territori”.
“La messa in sicurezza del Tagliamento e, in particolare, il progetto di traversa a Dignano rappresenta un tema di grandissima sensibilità e preoccupazione sul quale va fatta necessariamente chiarezza nelle sedi opportune e non con passerelle sui media. Si tratta di una forma di rispetto – conclude il dem – verso il Consiglio regionale e verso il territorio affrontare un argomento che sta preoccupando la popolazione e le istituzioni locali che rappresenta questi cittadini”.
Bene che la Giunta abbia cambiato idea, ma restano le perplessità
“A distanza di tre mesi la Giunta regionale cambia idea: prima sostiene la realizzazione di una traversa laminante adiacente al ponte di Dignano, ora si rende conto di aver approvato qualcosa d’impresentabile e parla di un ponte traversa”, commenta la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Rosaria Capozzi.
“Constatiamo con piacere – prosegue Capozzi – che gli assessori Scoccimarro e Amirante ci diano ragione, ritenendo che quanto approvato non è un’opera da realizzarsi. Questo, però, non cambia di molto la situazione perché ora, paradossalmente, i due assessori dovranno convincere la comunità scientifica che sia necessaria una nuova traversa sul Tagliamento, perché finora da professori e studiosi abbiamo sentito solo pareri contrari alle opere di sbarramento per contenere il rischio idraulico, consci che la sicurezza dei cittadini può essere perseguita con interventi ecosostenibili non necessariamente impattanti“.