Premiato a Udine il drammaturgo friulano Giorgio Monte.
“Per aver dimostrato consapevolezza teatrale nell’elaborazione di uno scritto drammaturgico che rappresenta la demistificazione della storia friulana, spingendo ad una lettura più attenta degli episodi storici e stimolando lo spirito critico nelle nuove generazioni e negli ambiti educativo-pedagogici”.
Con questa motivazione la giuria della terza edizione del Premio Candoni – opere teatrali in lingua friulana ha premiato ieri sera, 16 dicembre, al Teatro Nuovo Giovanni da Udine Giorgio Monte per il testo “Atile, il nemâl sfondrât – Dut chel che un furlan al à di savê di Atile, di la A fin ta la E”.
Con le foto di rito, gli applausi e l’intensa lettura scenica dell’attrice e presidente dall’associazione Candoni, Chiara Donada, che ha dato voce a degli estratti dall’opera vincitrice, si è così conclusa l’edizione 2021 del premio organizzato per promuovere e diffondere la lingua friulana nel settore della formazione drammaturgica e per proporre dei nuovi testi in marilenghe dedicati alla produzione di spettacoli teatrali professionali. Diversi gli interventi che si sono susseguiti sul palco prima delle premiazioni, dall’assessore alla Cultura del Comune di Udine, Fabrizio Cigolot, al presidente e al direttore artistico del Teatri Stabil Furlan, Lorenzo Zanon e Massimo Somaglino, dal presidente della Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine, Giovanni Nistri, al presidente dell’Arlef, Eros Cisilino.
La manifestazione organizzata dall’associazione culturale “Luigi Candoni”, in collaborazione con l’Arlef, Agjenzie regjonâl pe lenghe furlane, con la Fondazione Teatro Nuovo “Giovanni da Udine” e, per la prima volta, con il Teatri Stabil Furlan, ha visto quest’anno la partecipazione di sette autori e otto opere (un autore ne ha presentate due ndr).
Gli altri premiati.
Applausi anche per il secondo e la terza classificati, rispettivamente Giacomo Vit con “Forest, no ciapà poura” e Candida Nigris per “Il rest al è cidinôr”. L’opera di Vit è stata premiata dalla giuria “per aver sottolineato la dimensione di una fase politica, sociale e culturale dell’Italia nella transizione dalla prima alla seconda Repubblica, attraverso una variante della lingua friulana di grande effetto musicale, ponendo un quesito stimolante su cui molti hanno riflettuto in previsione del centenario della nascita di Pasolini”. Nigris, invece, ha convinto i giurati “per aver elaborato un dialogo ‘morale’ che invita alla moderazione e alla riflessione per contrastare la frenesia che si diffonde sempre di più nella società, con un apprezzabile risultato nell’utilizzare la lingua friulana per veicolare contenuti filosofici”.
Il primo classificato ha ricevuto un premio in denaro di mille euro, mentre al secondo e al terzo testo premiato, sono andati rispettivamente 300 e 200 euro. Applausi anche per gli altri partecipanti: Francesco Chiavon con “Il colocui”, Eugenia Monego con “Miedis e rimiedis – Tocs di vite di feminis cjargnelis”, Sereno Mentil con “Non val la pene copâ il vicin di cjase” e con “Nuje altri che verzis e…” e Stefano Pandolfo con “Ines”.
A consegnare i premi l’intera giuria composta dalla giornalista, scrittrice e critica teatrale Fabiana Dallavalle, dal presidente della Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine, Giovanni Nistri, dal direttore artistico del Teatri Stabil Furlan, Massimo Somaglino, e dall’attore e regista, nonché presidente della giuria, Giuliano Bonanni.
“Una lingua utilizzata in maniera istituzionale solo da chi l’ha ereditata per territorialità – ha commentato Bonanni – è destinata a scomparire di fronte a una società contemporanea globalizzata. Il fatto, invece, che venga studiata, approfondita, utilizzata, resa letteratura, teatro, poesia e arte, la rende dinamica e, quindi, viva”.