Nell’antico borgo di Lovaria, seguendo una campagna di studi e di scavi, fu rinvenuta un’importante necropoli longobarda con 63 tombe, in cui una persona-cavaliere su 3 era sepolta con le proprie armi. L’utilizzo della spada e del coltello, armi proprie del guerriero nella composizione del corredo funerario, assumeva un ruolo sacrale nello spirito della comunità degli antenati come era in uso e tradizione tra le antiche popolazioni germane, quale consacrazione del defunto al dio Odino.
La realizzazione delle armi.
Particolare interesse ha destato tra gli studiosi negli scavi archeologici di Lovaria il modo di realizzazione delle armi che rivelano negli artigiani longobardi un’interessante composita tecnologia avanzata per i tempi alto-medievali, raffinata tecnologia che prevedeva, dopo la forgiatura delle lame per le spade, la fabbrica dell’arma in tre parti: una centrale, la più importante, costituisce l’anima vera e propria della spada, le altre due laterali erano le vere lame taglienti saldate al corpo centrale, formato dalle sovrapposizione di più strati alternati di acciaio e ferro, ribattute assieme nel modo di dare all’arma-spada delle fantasiose decorazioni con effetti orientaleggianti.
Altri rinvenimenti.
Armi simili a spade sono state rinvenute nelle necropoli longobarde in Umbria e in Toscana, in Pannonia da dove i Longobardi partirono per insediarsi in Cividale del Friuli eleggendola capitale del regno settentrionale d’Italia e a Vendel, in Svezia, dove pare che i Longobardi fossero originari.
Armi simili a quelle dei cavalieri delle necropoli di Lovaria furono rinvenute in tombe a Gutenstein in terra di Germania, a riprova che i Longobardi, con queste genti, avevano e intercorrevano costanti rapporti commerciali e d’armi.